Il sesso degli italiani trasportato in un medioevo dal sapore boccaccesco
Un cast che trabocca di bellezza e simpatia
Tratto dalla commedia cinquecentesca del cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena, ma con abbondanti rimandi a Boccaccio, il film si distingue dal genere “decamerotico”, spesso sbrigativamente raffazzonato, per uno sviluppo narrativo e una cura formale convincenti, un senso della commedia più ammiccante che scollacciata, una ricostruzione storica attenta. Pasquale Festa Campanile si rivela uno degli osservatori più acuti della sessualità nel cinema italiano di quegli anni. Il ruolo del “rubamogli” calza a pennello a Lando Buzzanca, che qui mette da parte il suo usuale carattere siculo per cimentarsi con il toscano e, quando indossa i panni femminili, con il veneto. Barbara Bouchet e Agostina Belli sono uno splendore.
In un medioevo non meglio definito, il “rubamogli” Lidio si introduce in abiti femminili in casa di Calandrio per sedurne la moglie Fulvia, ma finisce per fare innamorare di sé entrambi. Un triste gioco del destino gli costerà la virilità.