Un solidissimo melodramma che segue le orme di Matarazzo e le rinnova dall’interno.
La solarità dell’ambientazione napoletana e la passione tortuosa d’amore si trovano invischiate nelle maglie del noir.
Apparentemente, lo scopo è ripercorrere il melodrammone alla Matarazzo, riproponendone buona parte del cast ma al tempo stesso cercando di lanciare nuove figure divistiche. A ben guardare, nella lacerante vicenda passionale si insinuano sprazzi insistenti di noir hollywoodiano, un genere a lungo bandito del regime fascista e ora arrivato con prepotenza sugli schermi italiani. Il film alterna dunque la consolidata solarità delle ambientazioni napoletane in esterni al senso di corruzione che invade gli interni borghesi. Nel contesto di un cinema che resta giustamente orgoglioso delle proprie matrici popolari, ancorato alla forza del racconto e alla precisa caratterizzazione dei personaggi, Menzogna esplora nuove vie, a cavallo tra i generi. Alcuni storici del cinema, affermano che la regia, in realtà, vada attribuita a Giuseppe De Santis.
Una bella donna in vacanza s’innamora di un pescatore soffiandolo alla dolce fidanzata. Un giorno però la donna viene raggiunta da un antico amante che, respinto, la uccide. Del delitto viene imputato il pescatore. Ma la verità verrà a galla.