Renato Rascel in una commedia spassosa e sferzante che attraversa con acume la storia d’Italia
L’esordio per una giovanissima Claudia Mori, che conquista tutti
Renato Rascel è un piccoletto che si trova ad attraversare una Storia molto più grande di lui. Una Storia nazionale che vorrebbe schivare, ma che finisce per tartassarlo e tarpargli i sogni con implacabile puntualità, durante e dopo il fascismo. Dietro l’aria innocente e delicata del suo protagonista, si fa largo una satira contro il potere che rende Il corazziere un film non solo ancora godibile, ma anche sferzante (infatti il film fu massacrato dalla censura dell’epoca). Rascel può tornare a cantare sullo schermo un suo vecchio cavallo di battaglia, “Il piccolo corazziere”, che da più di una decina d’anni era entrato saldamente nelle orecchie degli italiani. Fa il suo esordio in questo film Claudia Mori, allora sedicenne, e conquista tutti.
Urbano Marangoni ha nella vita un solo desiderio: indossare la divisa di corazziere, come il padre. Peccato che per farlo sia necessario essere spilungoni, mentre lui invece è un piccoletto. A partire dal 1935, si troverà suo malgrado coinvolto in varie traversie nell’Italia prima fascista e poi repubblicana. La sospirata divisa arriverà solo con l’ingaggio da parte di una ditta che lo trova adatto per pubblicizzare i formaggini.