Aggiornando ai tempi dell’equo canone un problema già caro a Totò, il film sfrutta con sagacia la spinta comica della Compagnia del Bagaglino, guidata da Pierfrancesco Pingitore e tenuta fermamente in carreggiata da Pippo Franco e Oreste Lionello, con la straordinaria collaborazione dei “fantozziani” Gigi Reder e Anna Mazzamauro. Possiamo limitarci a ridere delle disavventure altrui e dei lazzi anche grevi che le accompagnano. Ma possiamo anche osservare che il mondo che ci viene dipinto, per quanto mantenga come primo dovere statutario la risata, è un pozzo di nevrosi che tracima in uno scenario infernale, e spinge inesorabilmente verso l’emarginazione e il degrado. Ad ogni modo, ognuno dimostra mestiere da vendere.
Un cassintegrato con moglie e tre figli si ritrova con uno sfratto tra capo e collo. Dopo aver subito una truffa da parte di un agente immobiliare, la famiglia comincia un’odissea che la porta in un appartamento occupato abusivamente, in una chiesa, in un autobus, in una tenda sul litorale, nella casa del custode di un cimitero, nei cassonetti dell’immondizia.