L’introspezione del cinema francese e la frenesia di quello italiano per un poliziesco che si nutre di tensione costante
Due icone dello spettacolo francese, Robert Hossein e Charles Aznavour, si fronteggiano in un appassionante storia di guardie, ladri ed amicizie lontane
Sarà forse un riflesso condizionato dettato dalla coproduzione, ma Tempo di violenza sprigiona un clima pensoso e introspettivo del tipico “polar” francese e gli scatti a base di inseguimenti urbani frenetici e spargimenti cruenti di sangue tanto praticati dal poliziottesco italiano. Il risultato è un film che vive di tensioni costantemente pronte ad esplodere, a partire da quella tra i due protagonisti: lo sbirro e il malvivente, un tempo grandi amici sui banchi di scuola, ora a fronteggiarsi sulle parti opposte della barricata. Con un incubo ricorrente da parte del bandito, ad approfondirne il carattere contorto: quello di essere linciato dalla folla. A contendersi la palma del più bravo, due icone del cinema francese del tempo: Robert Hossein (presenza costante in tanti polizieschi di successo) nella parte del Dillinger transalpino, e Charles Aznavour (spesso in viaggio tra cinema e canzone) in quella del rappresentante della legge.
Robert rapina banche, ammazza gente e nutre il mito di John Dillinger; Kramer fa il poliziotto e lo deve fermare. Ai tempi della scuola, i due erano grandi amici. Sarà un inseguimento lungo e appassionante, con una certezza: uno dei due, dovrà avere la peggio.