Un solidissimo prodotto di genere che ci porta nell’Inghilterra medievale di Ivanhoe con uno scopo primario: il puro intrattenimento
Siamo nel benemerito terreno del solidissimo prodotto di genere girato con gran mestiere e attento a bilanciare con senso della misura lo spirito avventuroso, l’intermezzo sentimentale, il simpatico tocco da commedia. Lo dirige, del resto, un sicuro navigatore nei mari del peplum, dell’horror e del western. E lo interpreta nel ruolo principale Mark Damon, che proprio nel cinema di genere italiano ha conosciuto una seconda giovinezza. In teoria c’è da ricostruire un’Inghilterra del XII secolo e adattare per lo schermo un celebre romanzo di Walter Scott. Ma in pratica, benché il film non faccia un cattivo servizio a nessuna delle due, la Storia e la letteratura sono un orpello secondario, quando c’è in ballo il puro gioco dell’intrattenimento.
XII secolo. Morto re Enrico I, il trono d’Inghilterra è nelle mani di un usurpatore che millanta di possedere la “spada di Normandia”. Ci penserà Ivanhoe, di ritorno dalle crociate, a rimetterlo al suo posto, guidando di una banda di colorati lestofanti e attori di strada.