Un racconto di grande originalità sull’emigrazione e la solidarietà
Nino Manfredi compone una maschera ricca di sfumature che ci porta su un’altalena di risate e commozione
Ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto, Spaghetti House affronta con originalità il tema dell’emigrazione, che, con accenti diversi, era stato al centro di un altro dei grandi film di Nino Manfredi, Pane e cioccolata. Qui il tono diventa più accorato e commovente, mosso da un senso di solidarietà che lega gli sradicati di ogni latitudine. È uno dei film a cui Manfredi, anche sceneggiatore, tiene di più: col suo squisito mestiere, compone una maschera ricca di sfumature, ora ironica, ora affettuosa, ora tinta di tragico. Come ha scritto il critico Roberto Silvestri: “Con questo film si ride molto e si piange molto, sempre toccando livelli di sensibilità alta”.
Domenico, cameriere italiano a Londra, sogna di mettersi in proprio e di aprire un ristorante con alcuni connazionali. Ma proprio la sera in cui viene stipulato l’accordo, irrompe nel locale un gruppo di rapinatori neri che si autodefinisce membri del gruppo Fronte di Liberazione Negro. Domenico e i suoi soci vengono tenuti in ostaggio. Durante le trattative con la polizia, pronta a usare le maniere forti, tra rapiti e rapitori si sviluppa un rapporto di comprensione e solidarietà.