LA SPIAGGIA

LA SPIAGGIA

Regia di

Alberto Lattuada

Anno

1953

Genere

Commedia

Categoria

Cinema


sinossi

Il film che anticipa la grande stagione della commedia all’italiana

Uno spaccato impietoso dell’ipocrisia e del perbenismo, sorretto da un coro di attori in forma straordinaria

La sua freschezza narrativa e la sua forza d’indignazione si sono mantenuti immutati nel tempo

La spiaggia è un ritratto corrosivo dell’ipocrisia borghese in buon anticipo sui fasti della successiva commedia all’italiana, di cui sarà alfiere Rodolfo Sonego, che qui contribuisce più di tutti alla sceneggiatura. Attraversato da battute sferzanti, sostenuto da una coralità di attori esemplarmente giostrati da Lattuada, ottimo anche come spaccato documentaristico di un’Italia in villeggiatura (riviera ligure di ponente), La spiaggia non ha perso affatto il suo mordente: “È straordinario che il film conservi la freschezza di quella prima visione, la sorpresa dello snodarsi del plot, il primitivo senso di indignazione, l’amarezza della sua conclusione”, scrive il critico Lorenzo Pellizzari. Visto il tema, la censura si scatena, eliminando bikini troppo generosi (soprattutto quelli di Valeria Moriconi) e riferimenti troppo espliciti a politica e sesso.  Martine Carol, icona della sensualità francese, è una prostituta di sensibilità e castità come se ne sono viste poche al cinema. La Cineteca di Bologna ha ritrovato, nella versione francese, le scene tagliate nella versione italiana.

In un albergo di lusso situato in una località balneare, suscita grande scandalo la scoperta che una distinta signora in vacanza con la figlia sia in realtà una prostituta. Tutti allontanano la donna, finché un riccone non le offre il braccio per condurla sulla passeggiata. Ogni pregiudizio moralistico viene allora bandito.

Il film che anticipa la grande stagione della commedia all’italiana

Uno spaccato impietoso dell’ipocrisia e del perbenismo, sorretto da un coro di attori in forma straordinaria

La sua freschezza narrativa e la sua forza d’indignazione si sono mantenuti immutati nel tempo

La spiaggia è un ritratto corrosivo dell’ipocrisia borghese in buon anticipo sui fasti della successiva commedia all’italiana, di cui sarà alfiere Rodolfo Sonego, che qui contribuisce più di tutti alla sceneggiatura. Attraversato da battute sferzanti, sostenuto da una coralità di attori esemplarmente giostrati da Lattuada, ottimo anche come spaccato documentaristico di un’Italia in villeggiatura (riviera ligure di ponente), La spiaggia non ha perso affatto il suo mordente: “È straordinario che il film conservi la freschezza di quella prima visione, la sorpresa dello snodarsi del plot, il primitivo senso di indignazione, l’amarezza della sua conclusione”, scrive il critico Lorenzo Pellizzari. Visto il tema, la censura si scatena, eliminando bikini troppo generosi (soprattutto quelli di Valeria Moriconi) e riferimenti troppo espliciti a politica e sesso.  Martine Carol, icona della sensualità francese, è una prostituta di sensibilità e castità come se ne sono viste poche al cinema. La Cineteca di Bologna ha ritrovato, nella versione francese, le scene tagliate nella versione italiana.

In un albergo di lusso situato in una località balneare, suscita grande scandalo la scoperta che una distinta signora in vacanza con la figlia sia in realtà una prostituta. Tutti allontanano la donna, finché un riccone non le offre il braccio per condurla sulla passeggiata. Ogni pregiudizio moralistico viene allora bandito.


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