Uno coloratissimo teatro di sentimenti briosi ed eleganti sullo splendido palcoscenico di Venezia
Alberto Sordi e Nino Manfredi si sfidano a colpi di dialetto veneziano in tributo alle maschere della commedia dell’arte
Dino Risi lo ricorda come un “coloratissimo teatro di burattini”. E siccome l’azione si svolge tra calli e canali veneziani, accanto ai burattini non possono mancare le maschere della commedia dell’arte di goldoniana memoria. Arlecchino, Brisighella e compagnia si insinuano tra le pieghe dei personaggi principali. Nino Manfredi, nei panni del fifone imbranatello, si contrappone allo smargiasso Alberto Sordi, in un film che si dimostra dall’inizio alla fine brioso, salace, elegante. Sordi di cimenta con un ruolo che a prima vista potrebbe sembrargli poco congeniale, dimostrando però quanto sappia essere efficacemente versatile. È comunque divertente osservare quanto il suo dialetto veneziano non riesca ad affossare fino in fondo l’istintivo ricorso al romanesco.
Il gondoliere Bepi dovrebbe sposarsi con Nina ma non resiste alla tentazione di corteggiare le turiste, mettendosi di conseguenza nei guai. La fidanzata buggerata minaccia più volte di buttarsi tra le braccia di Toni, che stravede per lei ma è troppo timido per fare il primo passo. L’arrivo sulla gondola di due americane sembra far precipitare definitivamente la situazione…