Una delle lucide follie più grandi del cinema italiano, un film profetico che non vede l’ora di travolgerti
Liquirizia è un film folle: slabbrato, osceno, assurdo, geniale, anarchico, scatenato. E divertente. All’epoca qualcuno lo scambiò per un imprendibile guazzabuglio senza capo né coda. Oggi è considerato un film profetico, un ritratto del decennio a venire in anticipo sui tempi, che non risparmia niente e nessuno (sesso, politica, religione, arte, scuola.). Christian De Sica è tormentato dallo spettro del padre, Ricky Gianco e Fabio Concato cantano brani dementi, Carmen Russo si mostra con generosità, la futura scrittrice Susanna Tamaro gioca a flipper, il futuro conduttore televisivo Giancarlo Magalli fa il culturista ricoperto d’oro… L’elenco potrebbe continuare davvero a lungo, senza bisogno di un filo logico stringente. Più che un racconto da seguire, Liquirizia è un film che ti chiede di farti travolgere.
In una cittadina della provincia veneta, gli studenti del liceo e quelli di ragioneria si sfidano per realizzare uno spettacolo teatrale in occasione dell’ultimo giorno di scuola. L’esito è un disastroso successo.