Romanzo di viaggio e formazione sulla cultura hippy e le crisi delle speranze rivoluzionarie del ’68
Un documento in presa diretta di grande interesse storico, tra scenari naturali di bellezza ineguagliabile
Jane Birkin e Serge Gainsbourg di nuovo insieme, dopo “Je t’aime… moi non plus”
Romanzo itinerante di ricerca e formazione, Katmandu esplora nella controcultura hippy del suo tempo con sguardo spesso critico e disincantato, specialmente quando osserva come le derive delle speranze rivoluzionarie sessantottine abbiano portato alla dissoluzione giovanile nella tossicodipendenza. Se come tema vi pare un tantino superato (gli hippy invecchiano prima dei cowboy), le superbe visioni paesaggistiche in Nepal e India, così come le notazioni documentaristiche sulle popolazioni locali, non hanno perso un’oncia del loro fascino e interesse. Menzione d’onore per la presenza di Serge Gainsbourg e Jane Birkin, che in quello stesso anno avevano polverizzato gli idealismi politici con il tormentone “Je t’aime… moi non plus”.
Il giovane Oliver ha ferito un poliziotto durante una manifestazione. Per sfuggire all’arresto, accetta il finanziamento di un’organizzazione pacifista per raggiungere l’India. Oliver, in realtà, è intenzionato a raggiungere Katmandu, dove progetta di incontrare il padre, che crede un uomo ricco. Scoprirà che invece è un poveretto. Quando vede morire una hippy con la quale aveva legato affettivamente, decide di riprendere la strada per l’India e tenere fede alla missione pacifista che fino a quel momento aveva tralasciato.