La suora depravata per antonomasia non tradisce i suoi fan, in un film dove il misfatto sposa la ricchezza della ricostruzione storica e la profondità dei caratteri
“Eccessi, misfatti, delitti”, recita il sottotitolo. E in effetti il film di Odorisio rende onore alla fama della religiosa del titolo (la “sciagurata” per antonomasia dai tempi di Alessandro Manzoni) con una generosa casistica di depravazioni. La cornice esteriore è dunque quella del cosiddetto “nunexploitation”, un sottogenere che ama attribuire a suore e preti ogni razza di nefandezze. Ma Odorisio lo traspone in un contesto molto attento alla ricostruzione storica, curatissimo nella fotografia notturna, capace di restituirci un ritratto di donna complesso e avvincente. Nel ruolo della protagonista, Myriem Roussel prosegue un percorso di turbamenti avvinghiati alla religione già sperimentato con Jean-Luc Godard (Passion, Prénom Carmen e Je vous salue, Marie).
XVII secolo. La giovane suora di clausura Virginia è temuta per la sua severità. Ma un giovane nobile dal carattere sfrontato riesce a condurla in un turbine di passioni e delitti.