A CAVALLO DELLA TIGRE

A CAVALLO DELLA TIGRE

Regia di

Luigi Comencini

Anno

1961

Genere

Commedia

Categoria

Cinema


sinossi

La migliore commedia all’italiana sa essere affilata come un bisturi. A cavallo della tigre ne è uno degli esempi più illuminanti. A ritmo sostenuto, alterna gag brillanti e affondi drammatici, con la consapevolezza che il sottoproletariato sarà sempre destinato a subire le batoste della vita. L’altalena tra risata e amarezza è perfettamente padroneggiata da Nino Manfredi, che qui ci regala una delle sue interpretazioni migliori. Forse fu proprio per questa sua dose di asprezza non edulcorata che il film, quando uscì, ebbe poco successo. A detta di Age, uno degli sceneggiatori, “era un po’ avanti sui tempi”. Ma il tempo gli ha dato ragione, come dimostra il bel remake che Carlo Mazzacurati ha diretto nel 2002, con Fabrizio Bentivoglio a trasportare in chiave contemporanea il calvario comico che fu di Manfredi.

Giacinto, un poveraccio in galera per una maldestra truffa, viene coinvolto da un ben assortito gruppetto di carcerati in un’evasione. L’impresa va a buon fine, ma il tentativo di darsi alla macchia all’estero si rivela irto di difficoltà. Col cappello in mano per ottenere il denaro necessario a raggiungere l’Egitto, Giacinto va dalla moglie, ma la ritrova con un nuovo compagno, e, oltretutto, al verde…

La migliore commedia all’italiana sa essere affilata come un bisturi. A cavallo della tigre ne è uno degli esempi più illuminanti. A ritmo sostenuto, alterna gag brillanti e affondi drammatici, con la consapevolezza che il sottoproletariato sarà sempre destinato a subire le batoste della vita. L’altalena tra risata e amarezza è perfettamente padroneggiata da Nino Manfredi, che qui ci regala una delle sue interpretazioni migliori. Forse fu proprio per questa sua dose di asprezza non edulcorata che il film, quando uscì, ebbe poco successo. A detta di Age, uno degli sceneggiatori, “era un po’ avanti sui tempi”. Ma il tempo gli ha dato ragione, come dimostra il bel remake che Carlo Mazzacurati ha diretto nel 2002, con Fabrizio Bentivoglio a trasportare in chiave contemporanea il calvario comico che fu di Manfredi.

Giacinto, un poveraccio in galera per una maldestra truffa, viene coinvolto da un ben assortito gruppetto di carcerati in un’evasione. L’impresa va a buon fine, ma il tentativo di darsi alla macchia all’estero si rivela irto di difficoltà. Col cappello in mano per ottenere il denaro necessario a raggiungere l’Egitto, Giacinto va dalla moglie, ma la ritrova con un nuovo compagno, e, oltretutto, al verde…


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