La disfida di Barletta permette a Bud Spencer di cimentarsi in uno dei sui ruoli più azzeccati (tra quelli senza il simbiotico compare Terence Hill, naturalmente). Il capitolo storico studiato sui banchi di scuola si tinge di un fresco tono beffardo, trasformandosi in una scanzonata commedia umana che a tratti si avvicina ai Brancaleone di Monicelli. Pasquale Festa Campanile dirige con brio, tiene in costante equilibrio la commedia e l’avventura, dimostra di aver bene imparato la lezione del Boccaccio. La disfida è anche la riproposizione di una rivalità tanto annosa da essere diventata luogo comune: quella tra gli spocchiosi francesi e gli italiani arguti e cialtroni. Ma nessuno se ne abbia a male. In fin dei conti, stiamo scherzando.
1503. I francesi assediano gli spagnoli asserragliati a Barletta. Ettore Fieramosca e i suoi sodali reagiscono alla tracotanza dei transalpini sfidandoli in un torneo. L’esito è incerto, ma la storia ci ha insegnato chi ne è uscito vincitore.