L’enorme successo internazionale che il film ha conosciuto appare anche oggi del tutto giustificato. Scola (assieme ad Age & Scarpelli, più in forma che mai) tiene assieme, con mano sicura, una materia incandescente: un fallimentare ménage à trois in salsa proletaria, un Jules e Jim in chiave romanesca. Dramma della gelosia si avventura, con mirabile fluidità, tra farsa e tragedia, sulle ali delle interpretazioni di straordinaria efficacia dei tre protagonisti. Ma Scola non si limita a costruire un racconto tortuoso e coinvolgente. Il film è anche un’acuta analisi sociale: “Volevo vedere come le classi proletarie subissero la cultura borghese”, ammette il regista. Dunque, dietro questa scatenata scorribanda tra la vita e la morte, si insinua un film politico. Senza mai farlo pesare.
La fioraia Adelaide diventa amante di Oreste, un muratore comunista ammogliato. Nel corso di una manifestazione, l’uomo fa la conoscenza del pizzaiolo Nello, ed ha la malaugurata idea di presentarlo ad Adelaide. Lei si innamora anche di Nello e, visto che non riesce a decidersi, nasce una relazione a tre, che in breve tempo è destinata a naufragare. Oreste perde il lavoro e vive come un barbone. Adelaide sceglie di sposare il pizzaiolo. Ma morirà prima del matrimonio, per mano di Oreste, accecato dalla gelosia.