Finalmente, Valerio Zurlini è riconosciuto in maniera sempre più diffusa come un maestro del cinema dentro e fuori i confini italiani. Estate violenta è il primo film in cui dispiega appieno la sua vena creativa unica, non assimilabile a nessun altro autore coevo, passato o futuro. Un film dove i personaggi cercano di tenersi a galla attraverso le macerie del tempo, dove le parole non dette e i gesti appena accennati valgono molto di più delle affermazioni esplicite, dove i sentimenti privati e imprevisti cercano di avere la meglio sul peso mastodontico della storia, invano. Quello di Zurlini è un cinema al tempo stesso straordinariamente delicato e violento, che si riverbera nella densissima interpretazione dei suoi attori.
Estate 1943. Il figlio di un gerarca fascista in vacanza sulla spiaggia di Riccione perde la testa per la vedova trentenne di un eroe di guerra. Nei giorni caotici che seguono la caduta di Mussolini, i due consumano la loro passione. Cercano di fuggire su un treno diretto in Veneto, ma il convoglio è bloccato da un bombardamento. Il ragazzo, che fino a quel momento era riuscito a evitare la leva, si sente richiamato ai suoi doveri e decide di andare incontro al proprio destino arruolandosi.