Il solido mestiere di uno dei grandi registi del cinema di genere italiano per un film di guerra scolpito nella roccia
La legione dei dannati lavora al contempo su due sottogeneri: il film di guerra che segue le gesta di una sporca dozzina impegnata in una missione che possiamo tranquillamente definire suicida; il film di guerra nel quale l’ufficiale in questione combatte per portare a termine un proprio regolamento di conti personale. In breve: fegato patriottico da vendere e vendetta. Umberto Lenzi ci mette tutto il sapido mestiere che lo ha portato ad essere uno dei maestri del cinema di genere a basso budget degli anni ’60 e ’70. Jack Palance ci mette la sua faccia scolpita nella roccia. E tanto basti.
Seconda guerra mondiale, gli Alleati preparano lo sbarco in Normandia. I tedeschi sono pronti ad impedirlo, ma non sanno con esattezza dove avrà luogo. Il colonnello inglese Anderson è incaricato di guidare una squadra che dovrà raggiungere le coste francesi vicino a Le Havre, per indurre i nazisti a credere che lo sbarco avverrà lì. Dovrà vedersela col colonnello Ackerman, che l’aveva già sconfitto in Nord Africa.