Uno dei migliori Robin Hood della storia del cinema avventuroso
Questa rivisitazione del mito universale di Robin Hood, sostenuta da un pimpantissimo Giuliano Gemma e sgargiante di colori, ha risvegliato in tempi recenti un’ondata di nuovo entusiasmo da parte di una critica giovane ma autorevole. I motivi di lode sono vari: la regia netta ed essenziale di Giorgio Ferroni, i frequenti rimandi alla pittura medievale, il mix di generi che attinge anche al western e al peplum. L’influente critico tedesco Olaf Möller scrive: “All’epoca L’arciere di ferro dev’essere sembrato al contempo antico e stranamente moderno, come uscito da una fenditura nel tempo”. Mica male per un “semplice” film d’avventura.
Robin Hood si dà alla macchia nella foresta di Sherwood capeggiando una rivolta contro re Giovanni l’usurpatore. All’arrivo del buon Riccardo Cuor di Leone, avrà il più completo successo.
sinossi
Uno dei migliori Robin Hood della storia del cinema avventuroso
Questa rivisitazione del mito universale di Robin Hood, sostenuta da un pimpantissimo Giuliano Gemma e sgargiante di colori, ha risvegliato in tempi recenti un’ondata di nuovo entusiasmo da parte di una critica giovane ma autorevole. I motivi di lode sono vari: la regia netta ed essenziale di Giorgio Ferroni, i frequenti rimandi alla pittura medievale, il mix di generi che attinge anche al western e al peplum. L’influente critico tedesco Olaf Möller scrive: “All’epoca L’arciere di ferro dev’essere sembrato al contempo antico e stranamente moderno, come uscito da una fenditura nel tempo”. Mica male per un “semplice” film d’avventura.
Robin Hood si dà alla macchia nella foresta di Sherwood capeggiando una rivolta contro re Giovanni l’usurpatore. All’arrivo del buon Riccardo Cuor di Leone, avrà il più completo successo.