In principio, “Cerasella” è una canzone napoletana portata al successo da Gloria Christian e Wilma De Angelis nel 1959: “Con un bacio e uno schiaffone sei ciliegia e sei limone”, dice un verso che traduciamo dalla madrelingua partenopea. Il ritratto di una giovinetta scostante e irresistibile, che nelle mani di Raffaello Matarazzo diventa una spigliata commedia baciata dal sole della costiera amalfitana. Il gigante del cinema melodrammatico italiano (da Catene in poi) dimostra con questo film un’agilità e una freschezza di racconto sorprendenti, chiara dimostrazione di un talento capace di cimentarsi con generi diversi senza perdere il solido senso del racconto, il tratteggio convincente dei personaggi, il gusto per l’intrattenimento di classe. Si tratta anche di un film che gioca d’anticipo: la formula troverà sviluppo nel fortunatissimo genere del musicarello, che di lì a pochi anni imperverserà sugli schermi italiani, tenendo stretti in un unico abbraccio avventure giovanili, palpitazioni sentimentali, voglia di farsi qualche risata e canzoni popolari. In questo caso, l’ingrediente musicale attinge alla melodia napoletana (Roberto Murolo e Fausto Cigliano, in modo particolare). È l’esordio cinematografico della quindicenne Claudia Mori, deliziosamente istintiva, affiancata dal ventenne Mario Girotti, ancora in attesa di diventare Terence Hill.
Cerasella, ragazza dal carattere vivace, sta per sposare Alfredo, ma prima del matrimonio fugge. Ripara su una piccola imbarcazione, dove conosce Bruno, un ragazzo di ricca famiglia promesso sposo di Nora. Il padre di Bruno sospetta che la fidanzata del figlio sia solo interessata al patrimonio, e in effetti quando fa mancare il proprio sostegno economico l’innamorata dimostra di aver perso ogni interesse. Tra Cerasella e Bruno comincia a sbocciare l’amore.