Melodramma di pregio che scava nelle storture del giornalismo scandalistico
Vittorio Gassman in un grande ruolo impregnato di cinismo
Da un soggetto di due scrittori d’eccellenza: Suso Cecchi D’Amico ed Ettore Giannini
Solido melodramma che non rinuncia affatto alla ricerca dell’effetto lacrimogeno sullo spettatore, ma lo fa infilando il dramma famigliare memore di Matarazzo in un contesto ancora attuale: la crisi che tormenta i protagonisti prende avvio da un giornalismo che in nome della notizia, vera o falsa che sia, non si fa alcuno scrupolo morale. Stupisce positivamente, nel ruolo del reporter impregnato di cinismo, Vittorio Gassman. Accanto a lui, due attori di mestiere sempre eccellente: Martine Carol e Gabriele Ferzetti. La qualità del soggetto è assicurata da Suso Cecchi D’Amico (in assoluto la più grande scrittrice italiana per il cinema) ed Ettore Giannini (che poco prima aveva esordito alla regia con il sorprendente Carosello napoletano). Gianni di Venanzo, il direttore della fotografia, contribuisce alla riuscita dell’opera con una nitida ambientazione urbana tra Bergamo e Milano.
Un giornalista a caccia di scandali causa con le sue inchieste una seria crisi coniugale tra Pietro ed Elena: il marito arriva addirittura a dubitare di essere davvero il padre della propria figlia. La falsità e la mancanza di scrupoli del reporter verranno alla fine smascherati.