Commedia sorprendentemente bizzarra che gioca con la morte e trasforma la bella provincia in un covo di serpenti
Un cast vivacissimo e una coralità contagiosa
Gente felice è un oggetto sorprendentemente bizzarro nel quadro della commedia italiana degli anni ’50. A partire dal tema: la morte. L’Italia provinciale portatrice di valori sani diventa qui un covo di malignità. La speranza comune non è un futuro più prospero, ma che qualcuno di quei vecchiacci con la salute di ferro tiri le cuoia. Sorretto da un cast vivacissimo che conferisce al film una coralità contagiosa, Gente felice, pur non rinunciando alle parentesi rosa, con quel suo ghigno beffardo finisce spesso per assomigliare a una commedia nera inglese. Da recuperare.
In una frazione montanara di 600 anime monta la protesta: vogliamo il nostro cimitero. Ma la legge parla chiaro: ci vogliono almeno 30 decessi all’anno, e qui siamo fermi a 29. Mentre la soluzione tarda a venire, si intreccia qualche amore di contorno.
Commedia sorprendentemente bizzarra che gioca con la morte e trasforma la bella provincia in un covo di serpenti
Un cast vivacissimo e una coralità contagiosa
Gente felice è un oggetto sorprendentemente bizzarro nel quadro della commedia italiana degli anni ’50. A partire dal tema: la morte. L’Italia provinciale portatrice di valori sani diventa qui un covo di malignità. La speranza comune non è un futuro più prospero, ma che qualcuno di quei vecchiacci con la salute di ferro tiri le cuoia. Sorretto da un cast vivacissimo che conferisce al film una coralità contagiosa, Gente felice, pur non rinunciando alle parentesi rosa, con quel suo ghigno beffardo finisce spesso per assomigliare a una commedia nera inglese. Da recuperare.
In una frazione montanara di 600 anime monta la protesta: vogliamo il nostro cimitero. Ma la legge parla chiaro: ci vogliono almeno 30 decessi all’anno, e qui siamo fermi a 29. Mentre la soluzione tarda a venire, si intreccia qualche amore di contorno.
