Un film di grandissima sensibilità che ricostruisce gli affetti, le delusioni e le speranze giovanili in un’Italia trasformata dal fascismo e dalla guerra
Un paesaggio storico e geografico sognante e dolente, perfettamente disegnato dalle luci di Vittorio Storaro
Tratto da un romanzo autobiografico di Luigi Preti (già membro dell’Assemblea Costituente) tradotto in decine di lingue. Il film ricostruisce con grande esattezza un contesto storico e un ritratto affettivo complesso che scava nelle contraddizioni, nelle amarezze, nelle speranze deluse di una generazione che ha conosciuto la gioventù durante il fascismo. Lo fa senza proclami, mantenendo un equilibrio che ci aiuta a comprendere quegli anni critici e cruciali. Un film al stesso tempo sognante, realistico e dolente, che trova nella Ferrara nebbiosa fotografata da Vittorio Storaro il suo scenario ideale. Da riscoprire e riapprezzare.
Giulio, figlio di un sarto, è grande amico di Giordano e di Mauriccia (sorella di quest’ultimo), rampolli di una famiglia di proprietari terrieri ferraresi. A partire dalla loro giovinezza nell’Italia fascista, e proseguendo fino alla guerra, il film segue le loro vicende, che conoscono destini diversi: Giulio abbraccia il regime, Giordano lo combatte clandestinamente, Mariuccia si sposa con un aviatore spezzando i sogni d’amore di Giulio. Nonostante la Storia li divida, il legame è troppo forte per trasformali in avversari.