Il figlio del mitico Django vive per la vendetta e finisce per diventare un uomo più giusto
Uno spaghetti-western al tempo stesso classico, coinvolgente e moralmente innovativo
Nello spaghetti-western la vendetta è un pasto da servire spesso e volentieri, freddo o caldo che sia. E chi meglio può prestarsi a vendicare la morte di Django, una delle icone del cinema italiano più amate in tutto il mondo, se non il figlio? Il prevedibile sviluppo degli eventi, però, qui conosce sviluppi inaspettati: il pistolero si fa prendere da scrupoli pacifisti, dà ascolto a un prete (interpretato da un volto mitico del western americano, Guy Madison), rinuncia alla mattanza e consegna il colpevole alla giustizia. La violenza, uno dei marchi di fabbrica dei pistoleri all’italiana, non manca di certo. Ma il pentimento è dietro l’angolo. Assieme al divertimento puro, c’è spazio per significati più densi.
Tracy, figlio di Django, da piccolo ha assistito all’uccisione del padre e da allora pensa solo alla vendetta. Rintraccia il colpevole, che ora tiranneggia una cittadina. Qui vive il Reverendo Fleming, che convince il ragazzo a rinunciare all’omicidio e a consegnare il farabutto alla giustizia.