IL GATTO A NOVE CODE

IL GATTO A NOVE CODE

Regia di

Dario Argento

Anno

1970

Genere

Giallo

Categoria

Cinema


sinossi

Il secondo giallo orrorifico di Dario Argento, la conferma di un genio adorato in tutto il mondo

Tra Hitchock e Antonioni, il cinema di genere all’apice del suo potere coinvolgente e inventivo

Sulla scia del successo dell’Uccello dalle piume di cristallo, Dario Argento sforna un nuovo giallo profondamente intriso di innovative sferzate horror. Il buonissimo riscontro incontrato dal film precedente negli Stati Uniti, portano nel cast di questa nuova opera alcuni nomi di spicco del panorama hollywoodiano: James Franciscus (reduce dall’Altra faccia del pianeta delle scimmie) e soprattutto il formidabile caratterista Karl Malden. L’attesa già alta del pubblico è abilmente alimentata da una frase di lancio geniale: “Hitchcock, dopo l’uscita in America dell’Uccello dalle piume di cristallo, ha detto: ‘Questo italiano comincia a preoccuparmi’”. Il gatto a nove code non solo tributa Hitchcock, o strizza l’occhio al cinema intellettuale di Michelangelo Antonioni (l’ingrandimento fotografico rivelatore ricalcato su Blow-up): conferma l’indole inventiva e personale di un regista che si appresta a diventare un maestro internazionale. Per la prima volta, Argento sperimenta quella che diventerà una cifra stilistica che in tantissimi cercheranno di scopiazzare invano: la macchina da presa si sostituisce all’occhio dell’assassino senza volto, costringendo il pubblico a una identificazione vertiginosa e spiazzante. L’azzeccatissima ambientazione a Torino costruisce una città labirintica ed enigmatica, dove la violenza può esplodere ad ogni angolo, compresa una affollata stazione dei treni. Il Male penetra ovunque, e Argento ci conduce tra le sue pieghe con inesorabile voluttà.

In un istituto di ricerche scientifiche, un medico fa una scoperta sconvolgente: gli individui che possiedono un particolare corredo genetico sono predisposti a diventare temibili delinquenti. La scoperta costa la vita allo scienziato e suscita la curiosità di due investigatori dilettanti: un giornalista e un anziano enigmista cieco. Prima di braccare il colpevole, dovremo attendere una lunga scia di sangue.

Il secondo giallo orrorifico di Dario Argento, la conferma di un genio adorato in tutto il mondo

Tra Hitchock e Antonioni, il cinema di genere all’apice del suo potere coinvolgente e inventivo

Sulla scia del successo dell’Uccello dalle piume di cristallo, Dario Argento sforna un nuovo giallo profondamente intriso di innovative sferzate horror. Il buonissimo riscontro incontrato dal film precedente negli Stati Uniti, portano nel cast di questa nuova opera alcuni nomi di spicco del panorama hollywoodiano: James Franciscus (reduce dall’Altra faccia del pianeta delle scimmie) e soprattutto il formidabile caratterista Karl Malden. L’attesa già alta del pubblico è abilmente alimentata da una frase di lancio geniale: “Hitchcock, dopo l’uscita in America dell’Uccello dalle piume di cristallo, ha detto: ‘Questo italiano comincia a preoccuparmi’”. Il gatto a nove code non solo tributa Hitchcock, o strizza l’occhio al cinema intellettuale di Michelangelo Antonioni (l’ingrandimento fotografico rivelatore ricalcato su Blow-up): conferma l’indole inventiva e personale di un regista che si appresta a diventare un maestro internazionale. Per la prima volta, Argento sperimenta quella che diventerà una cifra stilistica che in tantissimi cercheranno di scopiazzare invano: la macchina da presa si sostituisce all’occhio dell’assassino senza volto, costringendo il pubblico a una identificazione vertiginosa e spiazzante. L’azzeccatissima ambientazione a Torino costruisce una città labirintica ed enigmatica, dove la violenza può esplodere ad ogni angolo, compresa una affollata stazione dei treni. Il Male penetra ovunque, e Argento ci conduce tra le sue pieghe con inesorabile voluttà.

In un istituto di ricerche scientifiche, un medico fa una scoperta sconvolgente: gli individui che possiedono un particolare corredo genetico sono predisposti a diventare temibili delinquenti. La scoperta costa la vita allo scienziato e suscita la curiosità di due investigatori dilettanti: un giornalista e un anziano enigmista cieco. Prima di braccare il colpevole, dovremo attendere una lunga scia di sangue.


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