Più che un racconto basato su un intreccio forte, La cento chilometri è una deliziosa antologia di piccole storie. In anticipo su quella che poi diventerà la voga del film a episodi. Le variegate vicende che attraversano il film sbocciano in occasione di una marcia che si snoda per le strade di Roma. L’originalità della trovata (si tratta oltretutto di uno dei rarissimi film che mette in scena una gara podistica) si deve alla brillante sceneggiatura di Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa e Giulio Petroni (qui al suo esordio dietro macchina da presa, sarà poi ricordato soprattutto per i suoi importanti contributi allo sviluppo del western all’italiana). Alla fatica del percorso si contrappone la spensierata facilità del racconto, con un fitto intreccio di vicende comiche e paradossali, un bel ritmo pimpante e un variegato gruppo di simpatici attori (tra nomi molto noti al pubblico, caratteristi di razza e volti semisconosciuti). Non mancano il siparietto sentimentale e qualche sferzata politica tagliente e sorprendente. Agli intermezzi musicali ci pensa il grande Fred Buscaglione.
Una lunghissima gara di marcia vede intrecciarsi le vicende di vari personaggi. Eccone alcuni. Cesare spera di vincere il premio per saldare il conto del falegname, che minaccia di portargli via il letto (a fine gara apprenderà di essere padre di cinque gemelli). Il sovrappeso avvocato Corsetti è costretto a partecipare perché ha perso una scommessa. L’ex campione Toccaceli è ormai alla frutta ma non vuole che suo figlio lo consideri finito. Stefano ed Elena si conoscono lungo il percorso, e sarà l’inizio di un amore.