Cosa si nasconde dietro a un salone di bellezza per signore? Entrate, e scoprite gli intrighi inconfessabili
Con un frizzante tono da pochade e l’ambiente perfetto per far spiccare il volo alla chiacchiera solo apparentemente innocua (il salone del parrucchiere), Le signore disegna un quadro che dietro l’imperativo della bellezza esteriore cela un groviglio di sotterfugi, ripicche, meschinerie, egoismi e insoddisfazioni. Con brio e senza troppa acrimonia, la sacra istituzione famigliare ne esce con le ossa rotte. Anche queste, a quanto pare, sono le conseguenze del boom economico. Gli intrighi scorrono pimpanti, frivoli e a tratti venati di erotismo grazie a un cast in grande forma, che riunisce volti femminili assai noti al pubblico televisivo dell’epoca (la caliente cubana Chelo Alonso, la spassosa Bice Valori, la spigliata Liana Orfei), assecondati da un Enrico Maria Salerno nell’inconsueto ruolo del parrucchiere gay.
Nel salone del parrucchiere René quattro annoiate clienti dell’alta borghesia ingannano il tempo raccontando le loro vite matrimoniali e i loro intrighi extraconiugali.