I “poveri ma belli” si sono sposati, ma basterà per mettere la testa a posto?
Una commedia vivace e rinfrescante sulla gioventù perennemente immatura a cui è impossibile non volere bene
Terzo capitolo della fondamentale serie di Dino Risi sulla gioventù romana (dopo Poveri ma belli e Belle ma povere): ora gli scapestrati di un tempo hanno messo su famiglia, e devono decidersi a intraprendere il passaggio nella vita adulta. Il momento sarà anche cruciale, ma il film lo affronta con sguardo tenero, un tono rinfrescante da commedia leggera, un ritmo che ci accompagna senza falle nella ballata degli equivoci, una sceneggiatura vivace, un umorismo gentile, uno sfondo sociologico prezioso senza essere invadente. E i soliti personaggi perennemente immaturi, a cui è impossibile non volere bene. Morale: per mettere la testa a posto non basta una botta in testa.
I due bulletti romani Romolo e Salvatore si sono finalmente sposati, l’uno con la sorella dell’altro. Ma la nuova vita per entrambe le famiglie deve fare i conti con le ristrettezze economiche. Salvatore, da poco licenziato, ha un incidente e perde la memoria. Alice, la donna che l’ha investito, rimane colpita dal suo fascino e lo mette a capo del grande magazzino di cui è proprietaria. Ci vorrà una seconda capocciata per fare rinsavire il giovanotto.