Un film spruzzato di erotismo che graffia e diverte
Lando Buzzanca, il cialtrone perfetto, al centro di un balletto di questuanti sensuali
Per un ruolo come questo, Lando Buzzanca sembra fatto apposta: il tipo truffaldino, ma in fondo non così cattivo, opportunista ma non spregevole, sempre pronto ad approfittare della grazie che le belle fanciulle di volta in volta gli concedono. La farsa stavolta adotta come scenario la provincia profonda e credulona (le riprese sono state effettuate nel frusinate), mettendo in competizione diverse tipologie di santoni e guaritori (uno di questi è Gianni Cavina). Come spesso accade in questo genere di grottesco all’italiana, al centro della contesa c’è il sesso: una serie di starlette generosamente esibite, che non vedono l’ora di rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla soddisfazione dei desideri carnali. Con buona pace per i mariti e per l’imperante ipocrisia. Tra le varie questuanti all’altare di Buzzanca, molti fan si prostrano, in particolare, davanti alle forme di Orchidea De Santis. Ruspante senza essere rozzo, sceneggiato con attenzione senza affidarsi semplicemente a una sequela di sketch buttati a caso, San Pasquale Babylonne è un film spruzzato di erotismo che graffia e diverte.
Un truffatore si insedia in un paesino di montagna del centro Italia e si finge intermediario di un santo in grado di risolvere i mali d’amore femminili: è un modo per portarsi le donne a letto e guadagnarci qualche caciotta. Ma le sue gesta sono contrastate dal concorrente Mago di Bagnacavallo e dal parroco.
In un paese sperduto un uomo si finge mago per adescare le donne del luogo. Smascherato dal parroco, è costretto a pentirsi pubblicamente.