Un thriller serrato ambientato nel mondo corrotto della boxe
Si parte come un film sulla boxe: ma più che a Rocky (che dovrà ancora aspettare qualche anno), pensiamo alla tradizione del cinema che è entrato nel mondo pugilistico per rimestare in un ambiente dove la mala corrompe e l’atleta che vuole mantenersi puro rischia di rimetterci la pelle (se ne ricorderà anche il Tarantino di Pulp Fiction). Dalla boxe passiamo ad Alfred Hitchcock: un uomo si trova accusato di un delitto che non ha commesso, ed è costretto a mettersi completamente in gioco per salvarsi da una macchinazione che lo sovrasta. Continuiamo dunque nel poliziesco serrato e coinvolgente, con sprazzi sadici da giallo all’italiana degli anni Settanta. L’uomo dalla pelle dura è un film di genere ricco di suggestioni, animato da un grande cast, immerso in un’atmosfera mai a corto di tensione.
Un pugile Cherokee è sottomesso a un ricatto: dovrà perdere il prossimo match, se non vorrà che il suo manager faccia una brutta fine. Non si piega, e si ritrova accusato di omicidio. Dovrà indagare per conto suo, per salvarsi la pelle.