Una folle parodia dei supereroi che ci porta su, nel cielo dell’assurdo
Questa parodia del sempreverde genere dei supereroi poggia sulle spalle di Andy Luotto, all’epoca tra le colonne portanti della sgangherata banda televisiva di Renzo Arbore, e fautore di una comicità assurda, surreale, demenziale. Tre aggettivi che si possono benissimo applicare anche a questo film, che abbraccia la follia con spirito kamikaze, talvolta con tenerezza. Fasciato nella sua tutina giallorossa, SuperAndy maneggia effetti speciali orgogliosamente pacchiani per portarci nei territori dello slapstick. Un cartone animato delirante.
Due fratelli extraterrestri, il bel SuperKid e il brutto SuperAndy, sono lanciati dai genitori sulla Terra a bordo di una culla spaziale. SuperKid, finito a Hollywood, fa il bellimbusto in televisione. SuperAndy, dal suo quartier generale in quel di Roma, tenta con alterna fortuna la carriera del supereroe. Alla fine, dopo aver salvato una ragazza, ritiene più prudente darsi al trasporto merci e farsi una chiacchierata di tanto in tanto col fratello su una nuvoletta.