BONNIE E CLYDE ALL’ITALIANA

BONNIE E CLYDE ALL’ITALIANA

Regia di

Steno

Anno

1982

Genere

Commedia

Categoria

Cinema


sinossi

La versione provinciale della mitica coppia gangsteristica americana è un fuoco di fila di gag, toccata da un sorprendente tocco di tenerezza. Paolo Villaggio non rinuncia alle capocciate e alle umiliazioni da travet che hanno reso il suo Fantozzi un simbolo universale della tragica mediocrità nazionale, ma la vicinanza con Ornella Muti lo illumina di sfumature nuove. L’attrice conferma le doti brillanti già messe alla prova con Renato Pozzetto e Adriano Celentano, in un bel ruolo da sognatrice, un po’ patetica, che cita a man bassa la Marilyn Monroe di Come sposare un milionario. A fine film, la strana coppia può coronare un improbabile sogno d’amore con una borsa piena di soldi e una fuga nei paradisi tropicali. Ci voleva tutta la levità di Steno, forte di quarant’anni di commedie, per renderli credibili.

Leo, modesto rappresentate di giocattoli, e Rosetta (ma preferisce farsi chiamare Giada), frustrata impiegata delle Ferrovie dello Stato, con seri problemi alla vista, sono, loro malgrado, coinvolti in una rapina in banca. Si ritrovano col bottino fra loro mani, vengono scambiati per gli autori del colpo dalle forze dell’ordine, e si avventurano in un’esaltante parentesi da fuggiaschi. Lei, che ha perso gli occhiali, scambia Leo per un adone. Quando avrà modo di vederlo per quel che è, finisce tra le braccia di un bel carabiniere. Ma tornerà, e per giunta con un bel gruzzoletto.

La versione provinciale della mitica coppia gangsteristica americana è un fuoco di fila di gag, toccata da un sorprendente tocco di tenerezza. Paolo Villaggio non rinuncia alle capocciate e alle umiliazioni da travet che hanno reso il suo Fantozzi un simbolo universale della tragica mediocrità nazionale, ma la vicinanza con Ornella Muti lo illumina di sfumature nuove. L’attrice conferma le doti brillanti già messe alla prova con Renato Pozzetto e Adriano Celentano, in un bel ruolo da sognatrice, un po’ patetica, che cita a man bassa la Marilyn Monroe di Come sposare un milionario. A fine film, la strana coppia può coronare un improbabile sogno d’amore con una borsa piena di soldi e una fuga nei paradisi tropicali. Ci voleva tutta la levità di Steno, forte di quarant’anni di commedie, per renderli credibili.

Leo, modesto rappresentate di giocattoli, e Rosetta (ma preferisce farsi chiamare Giada), frustrata impiegata delle Ferrovie dello Stato, con seri problemi alla vista, sono, loro malgrado, coinvolti in una rapina in banca. Si ritrovano col bottino fra loro mani, vengono scambiati per gli autori del colpo dalle forze dell’ordine, e si avventurano in un’esaltante parentesi da fuggiaschi. Lei, che ha perso gli occhiali, scambia Leo per un adone. Quando avrà modo di vederlo per quel che è, finisce tra le braccia di un bel carabiniere. Ma tornerà, e per giunta con un bel gruzzoletto.


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