CATENE

CATENE

Regia di

Raffaello Matarazzo

Anno

1949

Genere

Drammatico

Categoria

Cinema


sinossi

Un successo immortale, che segna la storia del cinema e del costume italiani

La quintessenza del melodramma, in tutta la sua ricchezza e la sua insospettabile complessità

Nasce qui la coppia Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson, che farà piangere e sognare milioni di spettatori

Catene è un film che segna una svolta. Spuntato quasi dal nulla, si rivela un successo senza precedenti. Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson danno corpo e spirito a una coppia che, sempre per la regia di Matarazzo. ripeterà i propri tormenti in quella che alla fine sarà etichettata la “quadrilogia delle lacrime”. Ma sotto l’evidenza delle lacrime, dopo un lungo rifiuto da parte della critica poco avvezza a tanto sentimentalismo popolare, è ormai da tempo assodato che si nasconde un cinema non solo furbo, ma anche ricco e complesso. Con spirito forse un po’ provocatorio, si è arrivati talvolta a inserire Catene nelle rassegne sul neorealismo. Segno di come la sua iconografia possa prestarsi a letture estremamente intriganti. I film di Matarazzo, scrive il critico Stefano Della Casa, “sono la quintessenza del melodramma italiano, proprio perché ruotano senza timori attorno al personaggio femminile”. Ormai, Catene è un classico del cinema d’autore. Ma speriamo nessuno voglia togliergli, per questo, la sua formidabile capacità di commupverci.

Il meccanico Pietro e la moglie Rosa vivono felici con i due figli, ma il loro matrimonio è messo in crisi dalla comparsa dell’ex fidanzato di Rosa, che per riavere la donna minaccia di rivelare i loro passati rapporti a Pietro. In un impeto di gelosia Pietro, che si crede tradito, uccide il vecchio amante della moglie e fugge in America. Ma viene arrestato e al processo si salva da una grave condanna solo perché Rosa si accusa di un adulterio non commesso. Saputa la verità dal suo avvocato, Pietro torna dalla moglie e si riconcilia con lei.

Un successo immortale, che segna la storia del cinema e del costume italiani

La quintessenza del melodramma, in tutta la sua ricchezza e la sua insospettabile complessità

Nasce qui la coppia Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson, che farà piangere e sognare milioni di spettatori

Catene è un film che segna una svolta. Spuntato quasi dal nulla, si rivela un successo senza precedenti. Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson danno corpo e spirito a una coppia che, sempre per la regia di Matarazzo. ripeterà i propri tormenti in quella che alla fine sarà etichettata la “quadrilogia delle lacrime”. Ma sotto l’evidenza delle lacrime, dopo un lungo rifiuto da parte della critica poco avvezza a tanto sentimentalismo popolare, è ormai da tempo assodato che si nasconde un cinema non solo furbo, ma anche ricco e complesso. Con spirito forse un po’ provocatorio, si è arrivati talvolta a inserire Catene nelle rassegne sul neorealismo. Segno di come la sua iconografia possa prestarsi a letture estremamente intriganti. I film di Matarazzo, scrive il critico Stefano Della Casa, “sono la quintessenza del melodramma italiano, proprio perché ruotano senza timori attorno al personaggio femminile”. Ormai, Catene è un classico del cinema d’autore. Ma speriamo nessuno voglia togliergli, per questo, la sua formidabile capacità di commupverci.

Il meccanico Pietro e la moglie Rosa vivono felici con i due figli, ma il loro matrimonio è messo in crisi dalla comparsa dell’ex fidanzato di Rosa, che per riavere la donna minaccia di rivelare i loro passati rapporti a Pietro. In un impeto di gelosia Pietro, che si crede tradito, uccide il vecchio amante della moglie e fugge in America. Ma viene arrestato e al processo si salva da una grave condanna solo perché Rosa si accusa di un adulterio non commesso. Saputa la verità dal suo avvocato, Pietro torna dalla moglie e si riconcilia con lei.


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