CHI SI FERMA È PERDUTO

CHI SI FERMA È PERDUTO

Regia di

Sergio Corbucci

Anno

1960

Genere

Commedia

Categoria

Cinema


sinossi

Totò e Peppino De Filippo, probabilmente la coppia più affiatata e amata del cinema comico italiano, si mettono per l’occasione uno contro l’altro. Anche da acerrimi rivali, l’amalgama delle loro personalità così diverse risulta irresistibile. Per la prima volta (ma sarà una lunga serie) il giovane Sergio Corbucci dirige Totò, e dimostra già di aver capito al volo i meccanismi che contano. Primo fra tutti: lasciare le briglie sciolte agli attori che conoscono alla perfezione il mestiere. E qui Totò e Peppino, da soli o in duetto, raggiungono punte esilaranti. Il film passa dalla satira sferzante del mondo impiegatizio alla sconclusionata parodia shakespeariana, dalla vertiginosa commedia degli equivoci al lazzo clownesco della più genuina tradizione popolare.

Il cavaliere Antonio Guardalavecchia e Giuseppe Colabona, impiegati statali, entrano in competizione per prendere il posto del defunto capoufficio. Per ottenere l’ambita poltrona, ognuno dei due cerca in ogni modo di ingraziarsi l’ispettore generale.

Totò e Peppino De Filippo, probabilmente la coppia più affiatata e amata del cinema comico italiano, si mettono per l’occasione uno contro l’altro. Anche da acerrimi rivali, l’amalgama delle loro personalità così diverse risulta irresistibile. Per la prima volta (ma sarà una lunga serie) il giovane Sergio Corbucci dirige Totò, e dimostra già di aver capito al volo i meccanismi che contano. Primo fra tutti: lasciare le briglie sciolte agli attori che conoscono alla perfezione il mestiere. E qui Totò e Peppino, da soli o in duetto, raggiungono punte esilaranti. Il film passa dalla satira sferzante del mondo impiegatizio alla sconclusionata parodia shakespeariana, dalla vertiginosa commedia degli equivoci al lazzo clownesco della più genuina tradizione popolare.

Il cavaliere Antonio Guardalavecchia e Giuseppe Colabona, impiegati statali, entrano in competizione per prendere il posto del defunto capoufficio. Per ottenere l’ambita poltrona, ognuno dei due cerca in ogni modo di ingraziarsi l’ispettore generale.


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