FERDINANDO I RE DI NAPOLI

FERDINANDO I RE DI NAPOLI

Regia di

Gianni Franciolini

Anno

1959

Genere

Commedia

Categoria

Cinema


sinossi

Ferdinando I° re di Napoli è uno scrigno di liete sorprese. Non solo per le deliziosa ricchezza di costumi e scenografie, per la pirotecnica allegria del colore, per il ritmo spigliato e le battute felici. Tutti ottimi motivi per amarlo, ci mancherebbe. E si potrebbe aggiungere la regia precisa di Gianni Franciolini, che rende un ottimo servizio a una sceneggiatura di Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa che, dietro all’evidente spensieratezza, non manca di graffio politico. Ma è soprattutto un film dal cast sontuoso e ubriacante, che a ogni scena regala gioia agli occhi e allo spirito. A partire da Peppino De Filippo nel ruolo del re cialtrone, contrapposto al fratello Eduardo perfettamente a proprio agio nei panni di un Pulcinella che rende l’arte un’arma al servizio della rivoluzione. Per continuare con una sfilza di personaggi che sarebbe ingiusto definire semplicemente di contorno: Vittorio De Sica prete ciarlatano, Renato Rascel cocchiere progressista, Nino Taranto primo ministro menagramo, Aldo Fabrizi contadino, Marcello Mastroianni giovane testa calda, e la sua bella Rosanna Schiaffino… Una polifonia che ci accompagna e ci lusinga con passo svelto e cuor leggero.

Napoli, inizio Ottocento. Il re borbonico Ferdinando I pensa più alle bettole e alle gonnelle che al buon governo: non a caso si è guadagnato il nomignolo di Re Lazzarone. Tra le voci che meglio riassumono il malcontento del popolo c’è quella di Pulcinella. Quando il re sta finalmente per mettere le mani sul guitto a lui indigesto, all’orizzonte si profila minaccioso Napoleone Bonaparte…

Ferdinando I° re di Napoli è uno scrigno di liete sorprese. Non solo per le deliziosa ricchezza di costumi e scenografie, per la pirotecnica allegria del colore, per il ritmo spigliato e le battute felici. Tutti ottimi motivi per amarlo, ci mancherebbe. E si potrebbe aggiungere la regia precisa di Gianni Franciolini, che rende un ottimo servizio a una sceneggiatura di Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa che, dietro all’evidente spensieratezza, non manca di graffio politico. Ma è soprattutto un film dal cast sontuoso e ubriacante, che a ogni scena regala gioia agli occhi e allo spirito. A partire da Peppino De Filippo nel ruolo del re cialtrone, contrapposto al fratello Eduardo perfettamente a proprio agio nei panni di un Pulcinella che rende l’arte un’arma al servizio della rivoluzione. Per continuare con una sfilza di personaggi che sarebbe ingiusto definire semplicemente di contorno: Vittorio De Sica prete ciarlatano, Renato Rascel cocchiere progressista, Nino Taranto primo ministro menagramo, Aldo Fabrizi contadino, Marcello Mastroianni giovane testa calda, e la sua bella Rosanna Schiaffino… Una polifonia che ci accompagna e ci lusinga con passo svelto e cuor leggero.

Napoli, inizio Ottocento. Il re borbonico Ferdinando I pensa più alle bettole e alle gonnelle che al buon governo: non a caso si è guadagnato il nomignolo di Re Lazzarone. Tra le voci che meglio riassumono il malcontento del popolo c’è quella di Pulcinella. Quando il re sta finalmente per mettere le mani sul guitto a lui indigesto, all’orizzonte si profila minaccioso Napoleone Bonaparte…


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