I FIGLI DI NESSUNO

I FIGLI DI NESSUNO

Regia di

Raffaello Matarazzo

Anno

1951

Genere

Drammatico

Categoria

Cinema


sinossi

Un altro capolavoro del melodramma cinematografico firmato Matarazzo, con pochi rivali nel mondo intero

Terzo trionfale capitolo di Amedeo Nazzari Yvonne Sanson, la coppia che ha segnato i cuori di milioni di spettatori, e che continua a deliziare stuoli di cinefili ed appassionati

Per la terza volta Raffaele Matarazzo riunisce la coppia Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson, stavolta ricorrendo a un testo che la Titanus aveva già adattato due volte per lo schermo, nel 1921 e nel 1943. È un altro trionfo di pubblico e un altro capolavoro d’arte popolare. Jacques Lourcelles, uno dei critici francesi più acuti, ha così sintetizzato la grandezza del film: “Assistiamo a una straordinaria amplificazione sinfonica e lirica di temi e situazioni presenti in tutta la serie. All’opposto della condensazione drammatica di Catene, il Tempo gioca nei Figli di nessuno un ruolo preponderante, e la forza melodrammatica del racconto progredisce attraverso una profusione di avvenimenti che la nutrono e danno al film un aspetto autenticamente romanzesco. La natura riveste una grande importanza nel dramma, con le montagne e le cave di Carrara che confinano l’azione conferendole una sorta di ampiezza tragica. Lo stile sereno e limpido di Matarazzo non ha niente di barocco.”

Il conte Guido, proprietario di una cava di marmo a Carrara, ama Luisa, figlia di un dipendente. Ma la contessa riesce, a forza di malevoli sotterfugi orditi con la complicità del crudele Anselmo, ad allontanare il figlio dalla donna a lei sgradita. Luisa scompare, e tutti la credono morta suicida. Ha invece dato la luce Bruno e si è fatta suora. Bruno cresce nella casa della contessa. Il padre, ignaro, si è risposato. La resa dei conti avviene nella cava: qui il conte comprende che Bruno è suo figlio. Bruno, dal canto suo, viene alle mani con Anselmo e rimane gravemente ferito in un’esplosione. Ritroverà la madre sul letto di morte.

Un altro capolavoro del melodramma cinematografico firmato Matarazzo, con pochi rivali nel mondo intero

Terzo trionfale capitolo di Amedeo Nazzari Yvonne Sanson, la coppia che ha segnato i cuori di milioni di spettatori, e che continua a deliziare stuoli di cinefili ed appassionati

Per la terza volta Raffaele Matarazzo riunisce la coppia Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson, stavolta ricorrendo a un testo che la Titanus aveva già adattato due volte per lo schermo, nel 1921 e nel 1943. È un altro trionfo di pubblico e un altro capolavoro d’arte popolare. Jacques Lourcelles, uno dei critici francesi più acuti, ha così sintetizzato la grandezza del film: “Assistiamo a una straordinaria amplificazione sinfonica e lirica di temi e situazioni presenti in tutta la serie. All’opposto della condensazione drammatica di Catene, il Tempo gioca nei Figli di nessuno un ruolo preponderante, e la forza melodrammatica del racconto progredisce attraverso una profusione di avvenimenti che la nutrono e danno al film un aspetto autenticamente romanzesco. La natura riveste una grande importanza nel dramma, con le montagne e le cave di Carrara che confinano l’azione conferendole una sorta di ampiezza tragica. Lo stile sereno e limpido di Matarazzo non ha niente di barocco.”

Il conte Guido, proprietario di una cava di marmo a Carrara, ama Luisa, figlia di un dipendente. Ma la contessa riesce, a forza di malevoli sotterfugi orditi con la complicità del crudele Anselmo, ad allontanare il figlio dalla donna a lei sgradita. Luisa scompare, e tutti la credono morta suicida. Ha invece dato la luce Bruno e si è fatta suora. Bruno cresce nella casa della contessa. Il padre, ignaro, si è risposato. La resa dei conti avviene nella cava: qui il conte comprende che Bruno è suo figlio. Bruno, dal canto suo, viene alle mani con Anselmo e rimane gravemente ferito in un’esplosione. Ritroverà la madre sul letto di morte.


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