Il BIDONE

Il BIDONE

Regia di

Federico Fellini

Anno

1955

Genere

Drammatico

Categoria

Cinema


sinossi

Tra commedia nera e tragedia caustica, l’opera di Fellini che meglio anticipa La dolce vita

Anche con questo film attraversato da suggestioni noir, Fellini si dimostra uno dei narratori più lucidi e innovativi del Novecento

Girato tra La strada e Le notti di Cabiria, a prima vista Il bidone può far pensare a un’opera anomala nell’esaltante filmografia di Federico Fellini, soprattutto per il mondo in cui prende in prestito alcune atmosfere del genere noir (a cominciare dalla scelta del grande caratterista statunitense Broderick Crawford). In realtà il film è un’altra potente testimonianza di come il regista sia uno dei narratori più innovativi, personali e consapevoli del Novecento. Con la sua inesauribile lucidità, Fellini racconta uno spaccato incisivo dei suoi tempi, mostrando lo stato di abbandono delle campagne, la disperazione dei baraccati, la volgare degradazione degli arricchiti. Per molti versi, Il bidone può essere considerato l’opera che meglio anticipa La dolce vita. Come scrisse il critico Piero Bianchi, Fellini in questo film “sa stringere in un unico sguardo il cielo e la terra”. Tra commedia nera e tragedia caustica, il genio del regista scandaglia l’umanità rifiutando facili contrapposizioni tra innocenti e colpevoli. Del film esistono due versioni: quella della prima al festival di Venezia di 112’, e quella poi alleggerita a 92’ e distribuita nelle sale.

Augusto è un attempato imbroglione che vive di truffe ai danni di vecchiette, ingenui e contadini. L’ultimo inganno ai danni degli storici complici, compiuto per aiutare la suo figliola, segnerà la sua fine miseranda.

Tra commedia nera e tragedia caustica, l’opera di Fellini che meglio anticipa La dolce vita

Anche con questo film attraversato da suggestioni noir, Fellini si dimostra uno dei narratori più lucidi e innovativi del Novecento

Girato tra La strada e Le notti di Cabiria, a prima vista Il bidone può far pensare a un’opera anomala nell’esaltante filmografia di Federico Fellini, soprattutto per il mondo in cui prende in prestito alcune atmosfere del genere noir (a cominciare dalla scelta del grande caratterista statunitense Broderick Crawford). In realtà il film è un’altra potente testimonianza di come il regista sia uno dei narratori più innovativi, personali e consapevoli del Novecento. Con la sua inesauribile lucidità, Fellini racconta uno spaccato incisivo dei suoi tempi, mostrando lo stato di abbandono delle campagne, la disperazione dei baraccati, la volgare degradazione degli arricchiti. Per molti versi, Il bidone può essere considerato l’opera che meglio anticipa La dolce vita. Come scrisse il critico Piero Bianchi, Fellini in questo film “sa stringere in un unico sguardo il cielo e la terra”. Tra commedia nera e tragedia caustica, il genio del regista scandaglia l’umanità rifiutando facili contrapposizioni tra innocenti e colpevoli. Del film esistono due versioni: quella della prima al festival di Venezia di 112’, e quella poi alleggerita a 92’ e distribuita nelle sale.

Augusto è un attempato imbroglione che vive di truffe ai danni di vecchiette, ingenui e contadini. L’ultimo inganno ai danni degli storici complici, compiuto per aiutare la suo figliola, segnerà la sua fine miseranda.


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