LA MORTE NON HA SESSO

LA MORTE NON HA SESSO

Regia di

Massimo Dallamano

Anno

1968

Genere

Thriller

Categoria

Cinema


sinossi

Un noir affascinante che gioca in anticipo sul giallo all’italiana lanciato da Dario Argento

La morte non ha sesso è un noir che già si tinge dei colori del giallo all’italiana, genere che di lì a poco esploderà con prepotenza (L’uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento uscirà un paio d’anni dopo), con tanto di killer dal guanto nero col vizio della pugnalata facile. Il nocciolo della questione non è semplicemente risolvere un caso criminoso complicato; il problema forse maggiore dimora infatti nella testa del detective, sul pericoloso orlo dell’instabilità mentale per colpa di un’ossessiva gelosia. Ne scaturisce un affascinante intrigo a più livelli, impreziosito da una cura stilistica di notevole perizia (non dimentichiamo che Massimo Dallamano è stato anche un grande direttore della fotografia, a partire da Per qualche dollaro in più). A modo suo è anche un tragico racconto morale, con un cuore francamente pulp.

L’ispettore Franz Bulon indaga su una banda di trafficanti di droga. Il caso si complica quando nella vicenda si intromette un serial killer e soprattutto quando il detective comincia a sospettare che la moglie lo tradisca con un il boss che sta cercando di ammanettare. Accecato dalla gelosia, arriva a mettere in libertà un assassino perché punisca la presunta fedifraga con la morte. Non una grande idea…

Un noir affascinante che gioca in anticipo sul giallo all’italiana lanciato da Dario Argento

La morte non ha sesso è un noir che già si tinge dei colori del giallo all’italiana, genere che di lì a poco esploderà con prepotenza (L’uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento uscirà un paio d’anni dopo), con tanto di killer dal guanto nero col vizio della pugnalata facile. Il nocciolo della questione non è semplicemente risolvere un caso criminoso complicato; il problema forse maggiore dimora infatti nella testa del detective, sul pericoloso orlo dell’instabilità mentale per colpa di un’ossessiva gelosia. Ne scaturisce un affascinante intrigo a più livelli, impreziosito da una cura stilistica di notevole perizia (non dimentichiamo che Massimo Dallamano è stato anche un grande direttore della fotografia, a partire da Per qualche dollaro in più). A modo suo è anche un tragico racconto morale, con un cuore francamente pulp.

L’ispettore Franz Bulon indaga su una banda di trafficanti di droga. Il caso si complica quando nella vicenda si intromette un serial killer e soprattutto quando il detective comincia a sospettare che la moglie lo tradisca con un il boss che sta cercando di ammanettare. Accecato dalla gelosia, arriva a mettere in libertà un assassino perché punisca la presunta fedifraga con la morte. Non una grande idea…


LA MORTE NON HA SESSO