LA SBANDATA

LA SBANDATA

Regia di

Alfredo Malfatti

Anno

1974

Genere

Commedia

Categoria

Cinema


sinossi

Il vero regista è Salvatore Samperi, il maestro internazionale dell’erotismo seducente ed elegante, e si vede benissimo

Un grande cast che ci porta a spasso con sagacia tra seduzione e comicità

Pare ormai assodato che la regia di questo film vada attribuita a Salvatore Samperi, sostituito nei titoli di testa, per motivi contrattuali, dal suo aiuto Alfredo Malfatti. In effetti, è difficile non pensare all’autore dei formidabili Grazie zia e Malizia, per quella maestria nella messa in scena di un erotismo seducente ed elegante che hanno fatto di Samperi un punto di riferimento internazionale. Non è l’unico merito di un film che, quando è il momento, riesce con sagacia a sfumare nel comico e nel grottesco, ricostruendo un’ambientazione sicula convincente. Il cast è un altro punto di forza: Domenico Modugno ha la giusta esuberanza (e firma anche la colonna sonora), Pippo Franco la verve ridanciana che lo contraddistingue, mentre Eleonora Giorgi e Luciana Paluzzi  (già Bond Girl in Thunderball) rivaleggiano in un gioco di sensualità intergenerazionale.

Il calzolaio Salvatore ha fatto fortuna in America e torna in Sicilia, accolto a braccia aperte dal fratello Raffaele. Costui vorrebbe mettere le mani sul gruzzolo arrivato da oltreoceano, e per questo motivo, non interviene quando Salvatore cade vittima del potere seduttivo della sua giovane figlia. Ma lo zio d’America non è lì per farsi gabbare. Infatti, riuscirà anche ad approfittare delle grazie della piacente cognata.

Il vero regista è Salvatore Samperi, il maestro internazionale dell’erotismo seducente ed elegante, e si vede benissimo

Un grande cast che ci porta a spasso con sagacia tra seduzione e comicità

Pare ormai assodato che la regia di questo film vada attribuita a Salvatore Samperi, sostituito nei titoli di testa, per motivi contrattuali, dal suo aiuto Alfredo Malfatti. In effetti, è difficile non pensare all’autore dei formidabili Grazie zia e Malizia, per quella maestria nella messa in scena di un erotismo seducente ed elegante che hanno fatto di Samperi un punto di riferimento internazionale. Non è l’unico merito di un film che, quando è il momento, riesce con sagacia a sfumare nel comico e nel grottesco, ricostruendo un’ambientazione sicula convincente. Il cast è un altro punto di forza: Domenico Modugno ha la giusta esuberanza (e firma anche la colonna sonora), Pippo Franco la verve ridanciana che lo contraddistingue, mentre Eleonora Giorgi e Luciana Paluzzi  (già Bond Girl in Thunderball) rivaleggiano in un gioco di sensualità intergenerazionale.

Il calzolaio Salvatore ha fatto fortuna in America e torna in Sicilia, accolto a braccia aperte dal fratello Raffaele. Costui vorrebbe mettere le mani sul gruzzolo arrivato da oltreoceano, e per questo motivo, non interviene quando Salvatore cade vittima del potere seduttivo della sua giovane figlia. Ma lo zio d’America non è lì per farsi gabbare. Infatti, riuscirà anche ad approfittare delle grazie della piacente cognata.


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