Un musicarello dal carattere unico, trasportato tra i fervori giovanilisti dei tardi anni ’70
Anna Oxa, fresca icona dai risvolti androgini della musica italiana, si sdoppia in una coppia di gemelli di ambo i sessi
Nel 1978, la diciassettenne Anna Oxa, nata a Bari, fa il suo ingresso sul palcoscenico del festival di Sanremo con un brano che diventerà un classico del pop italiano (“Un’emozione da poco”) e un look dai risvolti punk molto chiacchierato, che unisce posture e trucco femminili a un completo giacca e cravatta per maschietti. L’effetto androgino e il successo del brano spingono a un subitaneo rilancio del nuovo fenomeno musicale in chiave cinematografica: Anna Oxa si prende sulle spalle un doppio personaggio, fratello e sorella, entrambi stanchi dell’asfittica realtà pugliese e pronti a spiccare il volo artistico nella capitale. L’operazione, sceneggiata con spunti autobiografici dalla scrittrice Lidia Ravera, ha indubbiamente alcuni aspetti curiosi di unicità che la rendono un prodotto ricercato tra i cultori delle rarità irripetibili. Oltre a veicolare il talento multiforme dell’interprete principale, consente di fotografare uno spaccato di fervori sociali giovanilisti popolato da femministe, spacciatori, buddhisti in arancione, gay, hippies e disco-music.
I gemelli Anna e Tony lasciano la Puglia per cercare fortuna a Roma, lei come cantante, lui come ballerino. Si perdono di vista, ma alla fine riusciranno ad attirare l’attenzione di un produttore che deciderà di lanciarli assieme.