MINNESOTA CLAY

MINNESOTA CLAY

Regia di

Sergio Corbucci

Anno

1962

Genere

Western

Categoria

Cinema


sinossi

Il film che assieme a Per un pugno di dollari ha lanciato il western all’italiana.

Uno dei primissimi western all’italiana, assieme a Per un pugno di dollari. Come nel film di Leone, ma battendo strade diverse, la tradizione del genere classico americano viene tradita e felicemente rinnovata, imprimendo un piglio più violento e disincantato. L’eroe è un personaggio non solo tormentato, ma in più menomato. La grande invenzione di Sergio Corbucci è fare del pistolero un uomo con seri problemi alla vista, che peggiorano progressivamente finché, nel duello culminante, dovrà combattere praticamente cieco, cercando di indovinare le mosse degli avversari servendosi dell’udito. È solo uno dei tocchi di notevole inventiva di un film che ha tante frecce al suo arco per stupirci ancora. Da sottolineare anche le scenografie di Claudio Simi (poi presenza costante nel cinema di Leone) e le musiche del grande Piero Piccioni.

Minnesota, condannato ingiustamente ai lavori forzati, fugge dal penitenziario e si mette alla ricerca dell’uomo che lo ha incastrato. Costui si trova ora in una cittadina messicana, a capo di un gruppo di criminali che si contende il potere con un’altra banda. Minnesota si troverà nel mezzo dello scontro tra le due fazioni e, nonostante gli venga a mancare la vista, le metterà entrambe a tacere.

Il film che assieme a Per un pugno di dollari ha lanciato il western all’italiana.

Uno dei primissimi western all’italiana, assieme a Per un pugno di dollari. Come nel film di Leone, ma battendo strade diverse, la tradizione del genere classico americano viene tradita e felicemente rinnovata, imprimendo un piglio più violento e disincantato. L’eroe è un personaggio non solo tormentato, ma in più menomato. La grande invenzione di Sergio Corbucci è fare del pistolero un uomo con seri problemi alla vista, che peggiorano progressivamente finché, nel duello culminante, dovrà combattere praticamente cieco, cercando di indovinare le mosse degli avversari servendosi dell’udito. È solo uno dei tocchi di notevole inventiva di un film che ha tante frecce al suo arco per stupirci ancora. Da sottolineare anche le scenografie di Claudio Simi (poi presenza costante nel cinema di Leone) e le musiche del grande Piero Piccioni.

Minnesota, condannato ingiustamente ai lavori forzati, fugge dal penitenziario e si mette alla ricerca dell’uomo che lo ha incastrato. Costui si trova ora in una cittadina messicana, a capo di un gruppo di criminali che si contende il potere con un’altra banda. Minnesota si troverà nel mezzo dello scontro tra le due fazioni e, nonostante gli venga a mancare la vista, le metterà entrambe a tacere.


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