MORTE SOSPETTA DI UNA MINORENNE

MORTE SOSPETTA DI UNA MINORENNE

Regia di

Sergio Martino

Anno

1980

Genere

Poliziesco

Categoria

Cinema


sinossi

Robusto poliziesco, thriller alla Argento, film di denuncia, commedia: un film che contamina e rimescola le carte con sorprendente efficacia

Un film che mette d’accordo molte anime. In prima istanza possiamo consideralo un solido poliziesco, sorretto da una buona dose di sparatorie e inseguimenti in macchina (con bella ricostruzione di una Milano oscura e corrotta). A lunghi tratti, però, interviene un’attitudine molto più prossima al thriller, con un killer che apparecchia imprese delittuose imparentate, per efferatezza grafica, a quelle create da Dario Argento. Si aggiunga un versante da cinema di denuncia, incline allo scavo nelle pieghe della prostituzione minorile, dell’alta finanza senza scrupolo, delle forze dell’ordine con le mani legate. E come se non bastasse, i dialoghi sferzanti e qualche sana scazzottata ci conducono addirittura dalle parti della commedia. Avrebbe potuto essere un pastiche senza capo né coda. È invece un gioco di contaminazioni di sorprendente efficienza.

Il commissario Germi indaga su un giro di prostituzione minorile a Milano e scoperchia un racket dei sequestri che vede in cima alla piramide un intoccabile banchiere. Qualcuno ai piani alti vorrebbe insabbiare il caso, Germi decide di fare di testa sua.

Robusto poliziesco, thriller alla Argento, film di denuncia, commedia: un film che contamina e rimescola le carte con sorprendente efficacia

Un film che mette d’accordo molte anime. In prima istanza possiamo consideralo un solido poliziesco, sorretto da una buona dose di sparatorie e inseguimenti in macchina (con bella ricostruzione di una Milano oscura e corrotta). A lunghi tratti, però, interviene un’attitudine molto più prossima al thriller, con un killer che apparecchia imprese delittuose imparentate, per efferatezza grafica, a quelle create da Dario Argento. Si aggiunga un versante da cinema di denuncia, incline allo scavo nelle pieghe della prostituzione minorile, dell’alta finanza senza scrupolo, delle forze dell’ordine con le mani legate. E come se non bastasse, i dialoghi sferzanti e qualche sana scazzottata ci conducono addirittura dalle parti della commedia. Avrebbe potuto essere un pastiche senza capo né coda. È invece un gioco di contaminazioni di sorprendente efficienza.

Il commissario Germi indaga su un giro di prostituzione minorile a Milano e scoperchia un racket dei sequestri che vede in cima alla piramide un intoccabile banchiere. Qualcuno ai piani alti vorrebbe insabbiare il caso, Germi decide di fare di testa sua.


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