MR. KLEIN

MR. KLEIN

Regia di

Joseph Losey

Anno

1976

Genere

Drammatico

Categoria

Cinema


sinossi

Uno dei migliori film sull’olocausto.

Il ritratto implacabile e sfuggente di un’epoca e di un uomo che ci riguarda tutti.

Alain Delon, che considera questa la sua migliore interpretazione, è un prodigioso distillato di cinismo e seduzione invischiato in una ragnatela kafkiana.

Come scrisse il critico Tullio Kezich: “Mr. Klein è uno dei migliori film realizzati sull’olocausto”. Il tema viene però affrontato concentrando l’attenzione sui destini di un personaggio, un essere cinico che progressivamente si trova invischiato in una ragnatela kafkiana e finisce per salire su un treno per Auschwitz. La sceneggiatura finissima di Franco Solinas e la regia rigorosa di Joseph Losey conducono lo spettatore in un universo al tempo stesso realistico e sprofondato in una dimensione sfasata e sfuggente, intessuto di allusioni, popolato di doppi che mettono in crisi l’identità, di specchi costruiti apposta per restituire riflessi che confondo. Non solo un film su determinato periodo storico dannato dalla tragedia, dunque, ma anche il ritratto di uno smarrimento umano che interessa tutti. Alain Delon, coproduttore dell’opera, è un Mr. Klein prodigioso, capace di dare corpo a un personaggio al tempo stesso seducente e implacabilmente crudele.

Nella Francia collaborazionista di Petain, il cinico antiquario Robert Klein si arricchisce acquistando i beni degli ebrei deportati. Scopre però l’esistenza di un suo omonimo, ebreo e partigiano ricercato dalla Gestapo. La presenza dell’altro comincia a ossessionarlo. La Prefettura comincia a sospettare di lui…

Uno dei migliori film sull’olocausto.

Il ritratto implacabile e sfuggente di un’epoca e di un uomo che ci riguarda tutti.

Alain Delon, che considera questa la sua migliore interpretazione, è un prodigioso distillato di cinismo e seduzione invischiato in una ragnatela kafkiana.

Come scrisse il critico Tullio Kezich: “Mr. Klein è uno dei migliori film realizzati sull’olocausto”. Il tema viene però affrontato concentrando l’attenzione sui destini di un personaggio, un essere cinico che progressivamente si trova invischiato in una ragnatela kafkiana e finisce per salire su un treno per Auschwitz. La sceneggiatura finissima di Franco Solinas e la regia rigorosa di Joseph Losey conducono lo spettatore in un universo al tempo stesso realistico e sprofondato in una dimensione sfasata e sfuggente, intessuto di allusioni, popolato di doppi che mettono in crisi l’identità, di specchi costruiti apposta per restituire riflessi che confondo. Non solo un film su determinato periodo storico dannato dalla tragedia, dunque, ma anche il ritratto di uno smarrimento umano che interessa tutti. Alain Delon, coproduttore dell’opera, è un Mr. Klein prodigioso, capace di dare corpo a un personaggio al tempo stesso seducente e implacabilmente crudele.

Nella Francia collaborazionista di Petain, il cinico antiquario Robert Klein si arricchisce acquistando i beni degli ebrei deportati. Scopre però l’esistenza di un suo omonimo, ebreo e partigiano ricercato dalla Gestapo. La presenza dell’altro comincia a ossessionarlo. La Prefettura comincia a sospettare di lui…


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