OPERAZIONE SAN PIETRO

OPERAZIONE SAN PIETRO

Regia di

Lucio Fulci

Anno

1967

Genere

Commedia

Categoria

Cinema


sinossi

Cosa succede se un gruppo di rapinatori scalcagnati decide di rubare la “Pietà” di Michelangelo?

Cosa succede se Edward G. Robinson, l’icona dei film di gangster americani, decide di tentare un colpo a Roma?

Cosa succede se la Curia decide di fare invidia a 007?

Dopo l’enorme successo di Operazione San Gennaro diretto da Dino Risi, ecco arrivare in tempi record il sequel. Anzi, a ben vedere, una sorta di remake che si prende grandi libertà: l’ossatura narrativa tra i due film rimane simile, alcuni caratteristi si tengono il loro posto, e anche stavolta gli scalcagnati rapinatori italiani si trovano costretti loro malgrado a confrontarsi col blasonato gangsterismo americano. Ma l’azione si sposta a Roma, l’oggetto da sgraffignare è niente meno che la “Pietà” di Michelangelo, e al posto di Nino Manfredi arriva il ruspante Lando Buzzanca. Il risultato è anche stavolta di grande frizzantezza, con due trovate geniali. La prima: la parte del malfattore d’oltreoceano viene affidata a Edward G. Robinson, icona del noir hollywoodiano anni ‘30 (Piccolo Cesare, per citarne uno), che gioca a sbeffeggiare il suo personaggio più tipico per renderlo un gangster da fumetto. La seconda: la Curia è dotata di un sistema capillare di pronto intervento degna di un film di 007, e questo permette lo scatenarsi di un’impagabile inseguimento finale, dove un esercito di preti e fraticelli a bordo dei mezzi più disparati dà vita a uno spassoso action-movie.

Napoleone, evaso dal carcere, si mette a capo di un’improbabile banda per compiere il furto della “Pietà” di Michelangelo durante la Settimana Santa. Il colpo riesce, ma l’inestimabile scultura fa gola anche a Joe Ventura, un gangster psicopatico venuto dall’America. Il Vaticano non può restare a guardare, e organizza una squadra di prelati per rimettere il capolavoro al proprio posto.

Cosa succede se un gruppo di rapinatori scalcagnati decide di rubare la “Pietà” di Michelangelo?

Cosa succede se Edward G. Robinson, l’icona dei film di gangster americani, decide di tentare un colpo a Roma?

Cosa succede se la Curia decide di fare invidia a 007?

Dopo l’enorme successo di Operazione San Gennaro diretto da Dino Risi, ecco arrivare in tempi record il sequel. Anzi, a ben vedere, una sorta di remake che si prende grandi libertà: l’ossatura narrativa tra i due film rimane simile, alcuni caratteristi si tengono il loro posto, e anche stavolta gli scalcagnati rapinatori italiani si trovano costretti loro malgrado a confrontarsi col blasonato gangsterismo americano. Ma l’azione si sposta a Roma, l’oggetto da sgraffignare è niente meno che la “Pietà” di Michelangelo, e al posto di Nino Manfredi arriva il ruspante Lando Buzzanca. Il risultato è anche stavolta di grande frizzantezza, con due trovate geniali. La prima: la parte del malfattore d’oltreoceano viene affidata a Edward G. Robinson, icona del noir hollywoodiano anni ‘30 (Piccolo Cesare, per citarne uno), che gioca a sbeffeggiare il suo personaggio più tipico per renderlo un gangster da fumetto. La seconda: la Curia è dotata di un sistema capillare di pronto intervento degna di un film di 007, e questo permette lo scatenarsi di un’impagabile inseguimento finale, dove un esercito di preti e fraticelli a bordo dei mezzi più disparati dà vita a uno spassoso action-movie.

Napoleone, evaso dal carcere, si mette a capo di un’improbabile banda per compiere il furto della “Pietà” di Michelangelo durante la Settimana Santa. Il colpo riesce, ma l’inestimabile scultura fa gola anche a Joe Ventura, un gangster psicopatico venuto dall’America. Il Vaticano non può restare a guardare, e organizza una squadra di prelati per rimettere il capolavoro al proprio posto.


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