PANE, AMORE E..

PANE, AMORE E..

Regia di

Dino Risi

Anno

1955

Genere

Commedia

Categoria

Cinema


sinossi

Terzo capitolo della serie che ha rivoluzionato la commedia, una Lollobrigida di meno, una Loren di più

Una festa di colori nello splendido scenario del mare di Posillipo

La terza puntata della trionfale serie dei “pane e amore” nasce orfana del personaggio femminile che aveva indelebilmente segnato i film precedenti: la Bersagliera di Gina Lollobrigida. Al suo posto arriva un esemplare di bellezza parimenti incontestabile, per quanto di temperamento del tutto originale: Sophia Loren. Resta saldo al suo posto il maresciallo Carotenuto di Vittorio De Sica, che abbandona l’Arma ma non il suo inveterato dongiovannismo gigione. Forse per approfittare del piglio partenopeo della Loren, si abbandona la Ciociaria per approdare negli scenari cartolineschi di Posillipo, esaltati dall’utilizzo del colore squillante e dell’ampiezza del CinemaScope, introdotti per la prima volta nella serie. Alla regia, Luigi Comencini lascia il posto a Dino Risi. La critica dell’epoca in genere alza il sopracciglio e denuncia una certa perdita di slancio. Questo non spiega perché il film, visto oggi, sia ancora così gioioso, piacevole, solare, fluido e soprattutto amato.

Il maresciallo Carotenuto lascia l’Arma dei carabinieri e torna nella natia Sorrento. Trova la casa di famiglia occupata da una procace pescivendola soprannominata “La smargiassa”. Si deve dunque accontentare di un alloggio da donna Violante, zitella rimasta scottata da una delusione sentimentale. Carotenuto rimane avvinghiato dalle grazie della pescivendola, e non le nega qualche trattamento di favore. Ma lei ama decisamente un altro. Il maresciallo si consolerà tra le braccia di donna Violante.

Terzo capitolo della serie che ha rivoluzionato la commedia, una Lollobrigida di meno, una Loren di più

Una festa di colori nello splendido scenario del mare di Posillipo

La terza puntata della trionfale serie dei “pane e amore” nasce orfana del personaggio femminile che aveva indelebilmente segnato i film precedenti: la Bersagliera di Gina Lollobrigida. Al suo posto arriva un esemplare di bellezza parimenti incontestabile, per quanto di temperamento del tutto originale: Sophia Loren. Resta saldo al suo posto il maresciallo Carotenuto di Vittorio De Sica, che abbandona l’Arma ma non il suo inveterato dongiovannismo gigione. Forse per approfittare del piglio partenopeo della Loren, si abbandona la Ciociaria per approdare negli scenari cartolineschi di Posillipo, esaltati dall’utilizzo del colore squillante e dell’ampiezza del CinemaScope, introdotti per la prima volta nella serie. Alla regia, Luigi Comencini lascia il posto a Dino Risi. La critica dell’epoca in genere alza il sopracciglio e denuncia una certa perdita di slancio. Questo non spiega perché il film, visto oggi, sia ancora così gioioso, piacevole, solare, fluido e soprattutto amato.

Il maresciallo Carotenuto lascia l’Arma dei carabinieri e torna nella natia Sorrento. Trova la casa di famiglia occupata da una procace pescivendola soprannominata “La smargiassa”. Si deve dunque accontentare di un alloggio da donna Violante, zitella rimasta scottata da una delusione sentimentale. Carotenuto rimane avvinghiato dalle grazie della pescivendola, e non le nega qualche trattamento di favore. Ma lei ama decisamente un altro. Il maresciallo si consolerà tra le braccia di donna Violante.


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