PER AMORE DI POPPEA

PER AMORE DI POPPEA

Regia di

Mariano Laurenti

Anno

1977

Genere

Commedia

Categoria

Cinema


sinossi

La rilettura in chiave comica dei fasti e delle nefandezze della Roma antica non è certo una novità. L’imperatore fuori di testa per antonomasia ci si ritrova puntualmente coinvolto, dal Nerone di Alessandro Blasetti ed Ettore Petrolini, all’O.K. Nerone di Mario Soldati, a Mio figlio Nerone di Steno. Per amore di Poppea entra nella tradizione portandosi appresso i vezzi e i vizi della commedia sexy all’italiana, con la sua comicità greve e ruspante e le sue generose bellezze muliebri. La Poppea del titolo è l’attrice serba naturalizzata italiana María Baxa, molto ambita anche dai lettori di “Playmen”. Le sciamano attorno due contadini ciociari travestiti da donna che finiranno per incendiare l’Urbe (Gianfranco D’Angelo e Alvaro Vitali) e un imperatore dedito come da prammatica più alle arti che al buongoverno (Oreste Lionello). Non mancano le goliardate verso la politica italiana del momento: “I demos-cristiani che se prendono piede non te ne liberi più”.

Tizio e Caio, due contadinotti ciociari, si travestono da donna per non finire reclutati tra i pretoriani. Ma si ritrovano tra le grinfie di un mercato di schiave che li vende a Poppea. Alla corte di Nerone, si ritrovano implicati in intrighi, amorazzi, incendi e giochi cruenti nell’arena.  

La rilettura in chiave comica dei fasti e delle nefandezze della Roma antica non è certo una novità. L’imperatore fuori di testa per antonomasia ci si ritrova puntualmente coinvolto, dal Nerone di Alessandro Blasetti ed Ettore Petrolini, all’O.K. Nerone di Mario Soldati, a Mio figlio Nerone di Steno. Per amore di Poppea entra nella tradizione portandosi appresso i vezzi e i vizi della commedia sexy all’italiana, con la sua comicità greve e ruspante e le sue generose bellezze muliebri. La Poppea del titolo è l’attrice serba naturalizzata italiana María Baxa, molto ambita anche dai lettori di “Playmen”. Le sciamano attorno due contadini ciociari travestiti da donna che finiranno per incendiare l’Urbe (Gianfranco D’Angelo e Alvaro Vitali) e un imperatore dedito come da prammatica più alle arti che al buongoverno (Oreste Lionello). Non mancano le goliardate verso la politica italiana del momento: “I demos-cristiani che se prendono piede non te ne liberi più”.

Tizio e Caio, due contadinotti ciociari, si travestono da donna per non finire reclutati tra i pretoriani. Ma si ritrovano tra le grinfie di un mercato di schiave che li vende a Poppea. Alla corte di Nerone, si ritrovano implicati in intrighi, amorazzi, incendi e giochi cruenti nell’arena.  


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