ROCCO E I SUOI FRATELLI

ROCCO E I SUOI FRATELLI

Regia di

Luchino Visconti

Anno

1960

Genere

Drammatico

Categoria

Cinema


sinossi

Un capolavoro del cinema mondiale, un’opera di profondità e bellezza immortali, sostenuta da un cast di attori formidabilmente efficaci

Oggi Rocco e i suoi fratelli è considerato uno dei capolavori del cinema mondiale. Eppure durante le riprese e dopo la sua uscita fu osteggiato in tutti i modi dalle forze allora al governo, diventando un caso su cui l’opinione pubblica italiana si confrontò e si spaccò. In un clima politico rovente e di profondi cambiamenti, Visconti sente il bisogno di approfondire con sguardo lucidissimo, il discorso sulla società. Partendo dall’opera di Giovanni Testori e trovando ispirazione in Thomas Mann, Dostoevskij, Verga, il film distilla la purezza del melodramma, rinnova radicalmente la lezione del neorealismo e costruisce una tragedia in cinque atti. Il tema che emerge con forza dirompente è la famiglia che si autodistrugge, in un’Italia lacerata dall’emigrazione dei meridionali al Nord, a dispetto del “miracolo economico”. Un’opera di profondità e bellezza immortali, sostenuta da un cast di attori formidabilmente efficaci.

La storia di cinque fratelli lucani immigrati a Milano con la madre. L’unione famigliare si lacera sotto la pressione della nuova vita. Simone, il più turbolento, ammazza Nadia, una prostituta che era stata sua amante prima di mettersi con il fratello Rocco, pugile di belle speranze. Simone finirà in prigione, nonostante il tentativo di proteggerlo da parte della famiglia, eccetto Ciro, che vede nell’onesto lavoro di operaio la via del riscatto.

Un capolavoro del cinema mondiale, un’opera di profondità e bellezza immortali, sostenuta da un cast di attori formidabilmente efficaci

Oggi Rocco e i suoi fratelli è considerato uno dei capolavori del cinema mondiale. Eppure durante le riprese e dopo la sua uscita fu osteggiato in tutti i modi dalle forze allora al governo, diventando un caso su cui l’opinione pubblica italiana si confrontò e si spaccò. In un clima politico rovente e di profondi cambiamenti, Visconti sente il bisogno di approfondire con sguardo lucidissimo, il discorso sulla società. Partendo dall’opera di Giovanni Testori e trovando ispirazione in Thomas Mann, Dostoevskij, Verga, il film distilla la purezza del melodramma, rinnova radicalmente la lezione del neorealismo e costruisce una tragedia in cinque atti. Il tema che emerge con forza dirompente è la famiglia che si autodistrugge, in un’Italia lacerata dall’emigrazione dei meridionali al Nord, a dispetto del “miracolo economico”. Un’opera di profondità e bellezza immortali, sostenuta da un cast di attori formidabilmente efficaci.

La storia di cinque fratelli lucani immigrati a Milano con la madre. L’unione famigliare si lacera sotto la pressione della nuova vita. Simone, il più turbolento, ammazza Nadia, una prostituta che era stata sua amante prima di mettersi con il fratello Rocco, pugile di belle speranze. Simone finirà in prigione, nonostante il tentativo di proteggerlo da parte della famiglia, eccetto Ciro, che vede nell’onesto lavoro di operaio la via del riscatto.


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