SPARA FORTE, PIÙ FORTE.. NON CAPISCO

SPARA FORTE, PIÙ FORTE.. NON CAPISCO

Regia di

Eduardo De Filippo

Anno

1966

Genere

Commedia

Categoria

Cinema


sinossi

Una dimostrazione sorprendente del genio di Eduardo De Filippo

Un film considerato da molti un precursore del cinema pop e psichedelico

Uno dei film più singolari e ingiustamente dimenticati di Marcello Mastroianni

Accolto con fastidio o indifferenza alla sua uscita, è un film oggi considerato da molti unico e imperdibile, una inaspettata gemma di follia a tratti psichedelica. Ennesima dimostrazione del genio di Eduardo De Filippo. È anche, come ha notato il critico Emiliano Morreale, “uno dei film più singolari e dimenticati di Marcello Mastroianni. Eduardo, sempre attento agli adattamenti delle proprie opere, stavolta si prende ogni libertà con la propria commedia Le voci di dentro: vuole che il cinema vinca, e il cinema che sceglie è quello dalla debordante dimensione visiva e musicale, quella linea pop italiana degli anni Sessanta che va da Fellini a Mario Bava, da Vittorio Caprioli a certo Alberto Lattuada a La decima vittima di Elio Petri. Qui c’è un improbabile Marcello Mastroianni, che oltretutto fa proprio uno scultore e pittore vagamente pop. Il film può essere anche goduto per la sua bizzarria, con Raquel Welch doppiata in piemontese, la colonna sonora di Nino Rota che mescola citazioni di “Funiculì Funiculà” e La dolce vita, le scenografie e i costumi di Enrico Job e Gianni Polidori”.

Alberto, scultore napoletano, vive con un anziano zio che comunica solamente a botti e petardi per protestare contro la sordità del mondo. In seguito a un sogno troppo realistico, l’artista denuncia i vicini di casa accusandoli falsamente dell’omicidio di un camorrista. Quando ritratta, è troppo tardi. La confusione regna sovrana, finché lo zio rade tutto al suolo con un rogo pirotecnico. Alberto si dilegua con la ragazza di cui si è innamorato.

Una dimostrazione sorprendente del genio di Eduardo De Filippo

Un film considerato da molti un precursore del cinema pop e psichedelico

Uno dei film più singolari e ingiustamente dimenticati di Marcello Mastroianni

Accolto con fastidio o indifferenza alla sua uscita, è un film oggi considerato da molti unico e imperdibile, una inaspettata gemma di follia a tratti psichedelica. Ennesima dimostrazione del genio di Eduardo De Filippo. È anche, come ha notato il critico Emiliano Morreale, “uno dei film più singolari e dimenticati di Marcello Mastroianni. Eduardo, sempre attento agli adattamenti delle proprie opere, stavolta si prende ogni libertà con la propria commedia Le voci di dentro: vuole che il cinema vinca, e il cinema che sceglie è quello dalla debordante dimensione visiva e musicale, quella linea pop italiana degli anni Sessanta che va da Fellini a Mario Bava, da Vittorio Caprioli a certo Alberto Lattuada a La decima vittima di Elio Petri. Qui c’è un improbabile Marcello Mastroianni, che oltretutto fa proprio uno scultore e pittore vagamente pop. Il film può essere anche goduto per la sua bizzarria, con Raquel Welch doppiata in piemontese, la colonna sonora di Nino Rota che mescola citazioni di “Funiculì Funiculà” e La dolce vita, le scenografie e i costumi di Enrico Job e Gianni Polidori”.

Alberto, scultore napoletano, vive con un anziano zio che comunica solamente a botti e petardi per protestare contro la sordità del mondo. In seguito a un sogno troppo realistico, l’artista denuncia i vicini di casa accusandoli falsamente dell’omicidio di un camorrista. Quando ritratta, è troppo tardi. La confusione regna sovrana, finché lo zio rade tutto al suolo con un rogo pirotecnico. Alberto si dilegua con la ragazza di cui si è innamorato.


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