ULTIME GRIDA DALLA SAVANA

ULTIME GRIDA DALLA SAVANA

Regia di

Antonio Climati, Mario Morra

Anno

1975

Genere

Documentario

Categoria

Cinema


sinossi

Un mondo-movie entrato tra i classici, per esplorare l’istinto killer dell’uomo civilizzato

La sequenza del turista sbranato dal leone è rimasta, nel bene e nel male, nella storia

Il genere dei mondo-movie, alla ricerca febbrile di immagini curiose e scioccanti in tutto il globo, trova in questo film uno dei capitoli più amati dagli estimatori. Antonio Climati (già direttore della fotografia per il mitico Mondo cane) e Mario Morra, con un commento parlato di Alberto Moravia, costruiscono un’antologia che ha come obiettivo la dimostrazione di come l’uomo civilizzato sia violento senza motivo, a differenza di quanto avviene nel mondo naturale, dove l’uccisione ha uno scopo necessario. Al di là delle giustificazioni tematiche, ciò che più conta, naturalmente, è proporre al pubblico una dose massiccia di sequenze capaci di colpire duro: aborigeni che si procurano gustosa carne di pipistrello con  il boomerang, riti della fertilità, aristocratici inglesi all’inseguimento della volpe, tagli degli attributi maschili, eschimesi che individuano le prede osservando il volo degli uccelli… Ma il momento rimasto più celebre, sulla cui autenticità molto si è dibattuto e si dibatterà, è quello del turista sbranato da un leone. L’anno dopo arriverà il sequel: Savana violenta.

Per dimostrare come l’uomo civilizzato uccida senza scopo alcuno, mentre la morte in natura sia una questione di sopravvivenza, il documentario ci porta in giro per il mondo a esplorare scene di caccia umana ed animale e riti connessi.

Un mondo-movie entrato tra i classici, per esplorare l’istinto killer dell’uomo civilizzato

La sequenza del turista sbranato dal leone è rimasta, nel bene e nel male, nella storia

Il genere dei mondo-movie, alla ricerca febbrile di immagini curiose e scioccanti in tutto il globo, trova in questo film uno dei capitoli più amati dagli estimatori. Antonio Climati (già direttore della fotografia per il mitico Mondo cane) e Mario Morra, con un commento parlato di Alberto Moravia, costruiscono un’antologia che ha come obiettivo la dimostrazione di come l’uomo civilizzato sia violento senza motivo, a differenza di quanto avviene nel mondo naturale, dove l’uccisione ha uno scopo necessario. Al di là delle giustificazioni tematiche, ciò che più conta, naturalmente, è proporre al pubblico una dose massiccia di sequenze capaci di colpire duro: aborigeni che si procurano gustosa carne di pipistrello con  il boomerang, riti della fertilità, aristocratici inglesi all’inseguimento della volpe, tagli degli attributi maschili, eschimesi che individuano le prede osservando il volo degli uccelli… Ma il momento rimasto più celebre, sulla cui autenticità molto si è dibattuto e si dibatterà, è quello del turista sbranato da un leone. L’anno dopo arriverà il sequel: Savana violenta.

Per dimostrare come l’uomo civilizzato uccida senza scopo alcuno, mentre la morte in natura sia una questione di sopravvivenza, il documentario ci porta in giro per il mondo a esplorare scene di caccia umana ed animale e riti connessi.


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